Così il «Big Ben» ha detto stop: per quattro anni resterà in silenzio

Fine dei celebri rintocchi: il simbolo di Londra ha bisogno di restauri

Così il «Big Ben» ha detto stop: per quattro anni resterà in silenzio

I l Big Ben non si ferma. Ma sta zitto. Per quattro anni. Il «bong» che scandisce l'ora di Londra necessita di verifiche, pulizia, ritocco al rintocco e, già che ci sono, senza dover chiedere autorizzazioni al sindaco, agli assessori, alle Belle Arti, la Elizabeth Tower, in principio torre dell'orologio ma dal 2012 rinomata in omaggio al giubileo della Regina, avrà anche un ascensore, una toilette e un bar. Per fare tutto questo sono stati stanziati 29 milioni di sterline ma il gioco vale la candela, anzi l'orologio, simbolo di una città, di un Paese e della democrazia (così assicurano gli inglesi).

Il Big Ben è il nome della campana in onore del suo costruttore, sir Benjamin Hall, ingegnere e membro della Camera dei Comuni, il quale intervenne con un nuovo progetto dopo che una prima campana andò in frantumi per il peso eccessivo del martello. La costruzione della campana durò ventiquattro anni, dal 28 settembre del 1843 e fu necessario scavare fondamenta profonde 3 metri. L'evento fu storico anche perché, per il trasporto di quel monumentale attrezzo, fu necessario un carro speciale, trainato, davanti a spalti gremiti e alla banda, da sedici bianchi cavalli.

Dei valorosi quadrupedi non si ebbe ulteriore notizia mentre c'è chi sostenne e sostiene che al trasporto partecipasse anche Benjamin Caunt, forzuto campione di boxe e, dunque, il Ben fosse lui e non l'ingegnere sir Benjamin Hall.

Sta di fatto che il grande Ben è diventato, resistendo a sei monarchi, il punto di riferimento per qualunque passeggero di Londra, come la Tour Eiffel, il Colosseo, il Partenone.

Lo è per lo stile gotico dell'edificio, la torre alta metri 96 ma, soprattutto, lo è per quel carillon (composto dal musicista William Crotch) che precede il «bong» e fa venire in mente i film di miss Marple; lo è per quei pochissimi secondi di intervallo prima che il martello, di chilogrammi duecento, batta sulla campana la nota «Mi» che è anche la sigla, dal 1923, di Bbc radio 4 i cui dirigenti hanno deciso di registrare ieri, a mezzogiorno, gli ultimi dodici rintocchi, prima del silenzio. Lo stesso silenzio, di un minuto, fu osservato alle 9 del mattino del settembre del 1940, in memoria dei caduti in guerra.

Sangue, sudore, lacrime e rispetto della storia, delle tradizioni e delle isituzioni. Domine salvam fac reginam nostram victoriam primam, così sta scritto su ogni facciata dell'orologio, là dove victoriam, ovviamente, è la grande piccola (1 metro e 52 centimetri di altezza reale, in tutti i sensi) Regina Vittoria alla quale, per prima, fu dedicato l'edificio. Tra i gestori dell'orologio ci deve essere sicuramente uno scozzese, dal momento che, quando si avverte che il pendolo ha preso un ritmo più veloce del previsto, allora viene collocato, sul pendolo medesimo, un penny il quale viene tolto se la velocità rallenta troppo. E non è affatto detto che il martello batta sempre puntualmente. Nel dicembre del '62, a causa di una forte nevicata, il sistema ritardò di dieci minuti, così, nell'estate del '75, l'eccessivo calore su Londra mise in crisi il meccanismo.

Tra le varie bizzarrie una crea ansia tra gli inglesi: secondo alcuni calcoli, verrà il tempo in cui la Elizabeth Tower sarà simile alla Torre di Pisa, avendo, già oggi, 43 centimetri di pendenza rispetto all'origine, con una

variazione annua di 0,9 millimetri.

Non è il caso di farsi prendere dall'angoscia. Secondo gli stessi calcoli il fatto potrebbe verificarsi non prima di quattromila anni. La domanda sorge spontanea: ci saranno ancora i Windsor?

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