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Russiagate, così Conte ha forzato le regole

Il capo grillino Giuseppe Conte avrebbe scavalcato il ministero della Giustizia per far incontrare i procuratori americani con l' intelligence italiana

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Il capo grillino Giuseppe Conte ha svolto un ruolo chiave nel discusso incontro tra l'ex vertice del Dipartimento Giustizia degli Stati Uniti William Barr e l'ex numero uno del Dis Gerardo Vecchione: ormai le ricostruzioni tendono a convergere.

Lo stesso varrebbe per quel che riguarda le indagini che gli americani avrebbero compiuto in Italia sul presunto complotto ordito dai Dem contro l'ex Commander in Chief Donald Trump. E ora l'avvocato originario di Volturara Appula potrebbe essere chiamato dal Copasir, dove si era già recato nell'anno interessato dagli eventi, per rispondere a domande su quanto emerso nel corso di queste settimane.

Nel contempo, viene dato per certo anche un viaggio del presidente del Copasir Adolfo Urso, esponente di Fdi, negli Stati Uniti. Il fine della visita è sì istituzionale ma non viene escluso che la vicenda "Barr-Conte" possa in qualche modo spuntare tra le priorità poste dagli interlocutori a stelle e strisce del politico italiano.

Come spiegato questa mattina da Repubblica, sarebbe stato infatti il leader del MoVimento 5 Stelle ed ex presidente del Consiglio giallorosso e gialloverde a valutare in maniera positiva, e nonostante la necessità che la richiesta formale, per prassi, interessasse il ministero della Giustizia e non gli Esteri o palazzo Chigi, la venuta di Barr in Italia per indagare sul Russiagate in salsa trumpiana. E quindi anche l'incontro tra Barr, John Durham, un procuratore Usa, e i servizi italiani (con tanto di cena nel centro di Roma) sarebbe stato favorito dall'ex "avvocato degli italiani".

Con una questione essenziale che merita una sottolineatura: il ministero degli Esteri, l'Aise e l'Aisi, due agenzie che si occupano di rispettivamente di sicurezza esterna ed interna, avrebbero espresso ai tempi un'opinione diversa da quella di Conte. Se non altro perché - come premesso - sotto il profilo della competenza, il summit e quella che sarebbe stata un'attività inchiestistica da parte degli statunitensi sarebbero dovuti essere avallati dal ministero della Giustizia.

Esistono altri elementi che risulterebbero in sospeso. Tra l'eventualità che vengono rimarcate dalla fonte sopra citata, pure un incontro tra Conte e Barr, che non dovrebbe essere avvenuto ma che Repubblica non esclude del tutto.

Un altro dei sospetti che vengono ventilati in relazione a questa storia è inerente ad un sostegno di carattere politico che il capo grillino potrebbe aver ricercato e magari ottenuto, ossia quantomeno un endorsement, come si dice in gergo americano, da parte proprio dell'ex presidente degli Stati Uniti.

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