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"Se fosse lui a uscire...". Così Letta prepara la guerra a Salvini

Il segretario del Pd punta ad alimentare le polemiche per costringere il leader della Lega a uscire dalla maggioranza. Ma lui ribadisce: "Nessuna scadenza a Draghi"

"Se fosse lui a uscire...". Così Letta prepara la guerra a Salvini

Un’accelerazione per spingere Matteo Salvini fuori dal governo. Per avere di nuovo la golden share sulla maggioranza e rendere il governo Draghi molto più somigliante al Conte 2. Nel Partito democratico più di una voce si è levata contro il leader della Lega. “Se uscisse dalla maggioranza? Magari…”, è il mantra di più di un deputato. Ma, ovviamente, la colpa dovrebbe ricadere sulle spalle di Salvini. “Mica lo cacciamo, se lui decide di andarsene non potremmo certo disperarci per trattenerlo”, è la sintesi di un ragionamento fatto a IlGiornale.it. Infatti, il segretario Enrico Letta non ha l’intenzione di indossare i panni del buttafuori. Non in maniera diretta.

Per questo motivo sul tavolo saranno calati dei temi indigesti al centrodestra. Uno dopo l’altro. Il ddl Zan è stato il primo passo. “Per noi è una questione di identità politica”, spiegano fonti dem. E ancora: “I cosiddetti temi divisivi non devono investire il governo, ma riguardano l’attività parlamentare”. Certo, ma la Lega, attraverso il capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari, ha sottolineato: “Anche noi potremmo mettere sul tavolo dei temi divisivi”. Sarebbe il tutti contro tutti. Il prossimo fronte sarà quello dei migranti. A Largo del Nazareno in molti scommettono sul rilancio per l’approvazione dello Ius Soli, quando con la bella stagione aumenteranno gli arrivi sulle coste italiane. Anche in questo caso la linea è già pronta: la legge è stata messa sul tavolo fin dall’inizio del mandato di Letta, “nessuno vuole creare problemi a Draghi”, è il mantra autodifensivo.

Letta aspetta Conte

Il progetto è ambizioso. Per essere realizzato, secondo quanto apprende IlGiornale.it, a Letta serve una spalla forte, un interlocutore solido, che al momento non c’è. Perché in Parlamento contano i numeri e il Movimento 5 Stelle, volenti o nolenti, resta centrale. Solo che il M5S è vittima delle proprie contorsioni, tra crisi di identità, carte bollate con Davide Casaleggio e i problemi di Beppe Grillo. La strategia, a Largo del Nazareno, è legata al futuro di Giuseppe Conte: Letta non ha ancora la forza numerica per fare la guerra a Salvini. Dunque, necessita di un supporto dell’ex presidente del Consiglio: è necessario per arrivare a una sorta di accerchiamento dell’avversario per favorire una rottura. Possibilmente prima del semestre bianco.

Del resto l’unica cosa che mette d’accordo i grillini è proprio la possibile cacciata di Salvini dalla maggioranza. “Un sogno”, dice, con una battuta ma non troppo, un esponente del M5S. Del resto nei giorni della nascita del governo Draghi, Grillo chiedeva l’estromissione della Lega dall’alleanza. Sarebbe il sigillo perfetto. Lo stesso Salvini è consapevole della situazione: “Sicuramente nel Pd e nel M5S c’è qualcuno che non vedrebbe l’ora che la Lega uscisse dal governo”, ha scandito. E per questo motivo ha ribadito la volontà di voler proseguire questa esperienza di governo: “Fino a che c’è il lavoro da fare vado avanti, finché c'è da fare qualcosa di concreto non do scadenze”.

Con sommo dispiacere di Letta e Conte.

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