Elezioni politiche 2022

Il Pd sbandiera l'agenda Draghi ma poi la intralcia

I dem si sono auto-proclamati eredi dell'agenda Draghi ma, nei fatti, sono i primi a bloccarne l'agenda delle riforme non firmando i decreti attuativi

Il Pd sbandiera l'agenda Draghi ma poi la intralcia

Da settimane, da quando il M5s ha fatto lo sgambetto al governo di Mario Draghi, dalle parti dei dem si sono auto-incaricati di prendere un carico una fantomatica eredità derivante da quell'esecutivo, anche se ormai nemmeno Enrico Letta parla più di "agenda Draghi". Eppure, come fa notare il quotidiano Libero in edicola quest'oggi, sono proprio i dem che stanno intralciando il percorso delle riforme tracciato da Mario Draghi e dal suo esecutivo. Sono gli esponenti di maggior peso all'interno del partito, tra i quali il ministro del Lavoro Andrea Orlando, che non sembrano intenzionati a portare a termine quel lavoro sul quale Mario Draghi ha invitato a continuare a spingere i suoi ministri dimissionari.

Infatti, come spiega Libero, sembra che Andrea Orlando stia tergiversando su alcuni importanti provvedimenti per i quali manca solo la sua firma per diventare operativi e, quindi, per sbloccare una discreta dote economica. Tra questi, ci sarebbe il decreto interministeriale varato allo scopo di rifinanziare, con circa un miliardo di euro di risorse europee, il Fondo per le nuove competenze per il 2022. Si tratta di una misura che è stata stabilita allo scopo di sostenere economicamente i datori di lavoro del settore privato nella formazione dei dipendenti, in modo tale che possano avere le risorse economiche necessarie per rimodulare gli orari di lavoro. A questo si aggiunge il decreto per l'istituzione del cosiddetto fondo per la "scuola dei mestieri", sempre fermo nel cassetto di Andrea Orlando, per il quale è ancora necessario individuare criteri e modalità per l'utilizzo delle risorse per creare maggiore interazione tra il mondo della formazione e quello del lavoro.

Ma c'è anche la certificazione per la parità di genere a essere bloccata nei cassetti, un decreto scritto insieme al ministero delle Pari opportunità, orientato a individuare le misure formative per accedere a un fondo di 3 miliardi per le attività propedeutiche atte a ottenere le certificazioni per la parità di genere.

È evidente siano tutte misure importanti per la ripresa economica e del mondo del lavoro, soprattutto in un periodo storico come questo.

Ma i dem continuano a rimandare, di fatto ostacolando la piena attuazione delle riforme preparate dal governo Draghi.

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