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"Così il Pd non ha senso". Cuperlo invoca il congresso e agita (di nuovo) i dem

L’esponente del Partito Democratico (ri)mette tutto in discussione

"Così il Pd non ha senso". Cuperlo invoca il congresso e agita (di nuovo) i dem

In attesa che l’assemblea Pd, sabato, elegga Maurizio Martina segretario, per affrontare questa fase (più che) calante dei dem, Gianni Cuperlo sferza il partito.

Il triestino, infatti, in una lunga intervista rilasciata all’Huffingtion Post, ha voluto (ri)mettere tutto in discussione, invocando il congresso. Per ottenere due risultati: la discontinuità e una nuova classe dirigente. E se di Carlo Calenda non parla neanche, nomina invece Zingaretti ("Con lui c'è un'amicizia nata trent'anni fa" dice), anche se non si sbilancia: "Serve un segretario che si dedichi al partito e non abbia altre ambizioni. Sarò più chiaro, in un'epoca dominata dal proporzionale e da tre poli il segretario del Pd non sarà per forza il candidato premier e con ogni probabilità non lo diventerà".

La schietta analisi di Cuperlo inizia qui: "I numeri sono spietati: dieci anni fa il Pd raccolse 12 milioni di voti, cinque anni dopo 8 milioni e mezzo, mentre il 4 marzo ci hanno votato 6 milioni di italiani. Se un decennio ti dimezza vuol dire che una parte del tuo mondo ha perso fiducia in te. Ma questo è solo un lato della medaglia. L'altro è nella incapacità di costruire un consenso più ampio. Perché se scavi nel risultato, ma anche se metti piede in un circolo, scopri che la tenuta è tra pensionati e lavoratori garantiti mentre vedi pochissimi di quelli che la recessione ha punito o espulso".

Cuperlo su Salvini e la destra

Il piddino, poi, analizza il fenomeno Salvini: "Intercetta un sentimento che c'è, si chiama paura e deforma atteggiamenti, modi di pensare. Se vivi nell'angoscia che altri, magari più disperati di te, ti portino via il poco che hai la prima reazione è giudicarli il nemico. Gli immigrati assolvono pienamente al ruolo. Non conta che oggi su quel fronte non vi sia alcuna emergenza. Per scatenare l'onda, il nemico basta additarlo".

E presica: "La destra semplifica, radicalizza. ‘Sei un ladro e mi entri in casa? Ho diritto a spararti’, ‘Nei campi rom ci mando la ruspa’, ‘I migranti? Gente in crociera’. Certo che sono formule irricevibili ma in mezzo a un sacco di gente che sta male penetrano come lama nel burro. Anche in questo caso la risposta non può limitarsi allo sdegno. A me come a chiunque, non dico di sinistra ma di buon senso, quelle espressioni fanno ribrezzo. Il punto è convincere la parte di persone che sta male che l'alternativa esiste e ci sono soluzioni in grado di garantire la loro sicurezza senza rinunciare alla civiltà di tutti".

Tornando agli eterni dissidi del Pd, nel Pd, ecco il suo auspicio sul congresso: "Dico una parola soltanto: presto. Ma facciamolo scomodando cuore e cervello, non il pallottoliere. Occorre costruire una nuova leadership e un'altra classe dirigente ma sopra ogni altra cosa tornare a conoscere e ascoltare la parte che vogliamo rappresentare. Basta trasformismi. Riscriviamo i fondamentali a partire dal primo: se sei la sinistra, che tu parli di migranti o lavoro, di scuola o fisco, non puoi fare il mestiere della destra né inseguirla sperando di raccoglierne le briciole".

Ma raggiungere la "pace" politica intra Partito Democratico è una chimera (?).

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