Afghanistan in fiamme

"Così portiamo in salvo 450 persone alla volta. Distrutti e affamati, regaliamo dolci ai bambini"

Il racconto dei piloti dell'Aeronautica: "Vediamo gente stanca e disperata"

"Così portiamo in salvo 450 persone alla volta. Distrutti e affamati, regaliamo dolci ai bambini"

La base di Alì al-Salem è il nodo di partenza per i quattro C-130 della 46esima Brigata aerea di Pisa che si alternano verso Kabul, da dove recuperano i cittadini afghani richiedenti protezione che dovranno essere trasferiti in Italia. Si tratta per lo più di ex collaboratori e interpreti che hanno lavorato per il contingente italiano in Afghanistan. Le operazioni attualmente prevedono l'impegno di 1.500 militari del Comando Operativo di Vertice Interforze (Covi), guidato dal generale di Corpo d'Armata Luciano Portolano, i dipendenti Joint Force HQ (JFHQ), Comando Operazioni Forze Speciali (COFS), la Joint Evacuation Task Force (JETF), la Joint Special Operation Task Force (JSOTF), del Comando Operazioni Aerospaziali AM (COA), della 46esima Brigata Aerea, del 14esimo Stormo AM, della Task Force Air di Al Salem (Kuwait), oltre a tutti i militari delle Forze Armate e dei Carabinieri preposti alla accoglienza e gestione al loro arrivo in Italia.

A bordo del KC-767 del 14esimo stormo dell'Aeronautica militare i due piloti Marco B, genovese di 34 anni e Daniele B, romano suo coetaneo, raccontano i giorni di incessante ponte aereo. «Il velivolo in dotazione al 14esimo stormo - spiegano - nella versione Combi è configurato per il trasporto di un centinaio di passeggeri, in versione Pax ne può portare fino a 200. Ma c'è una terza versione full cargo, per il trasporto di solo materiale. Per ogni turno riusciamo a portare circa 400-450 persone». Poi il racconto su chi fugge dalla situazione afghana. «Abbiamo notato - spiegano i piloti e il personale di bordo - , che le persone che arrivano sono veramente stanche. Molte di loro hanno raggiunto Kabul su mezzi di fortuna. E poi devono affrontare dall'Afghanistan un volo di circa 15 ore prima di arrivare a Fiumicino. Sono affamati, stanchi, spesso disperati. Quando arrivano in aereo cerchiamo di dare soprattutto supporto ai bambini. Sono quelli che soffrono di più». Ci sono più che altro famiglie, anche molto numerose. Con l'ultimo volo sono stati portati una quarantina di minori. A tutti vengono regalati piccoli giochi e qualche dolce per confortarli. Poi l'arrivo a Fiumicino, dove per ore si procede ai controlli di rito, da quelli sanitari per verificare lo stato di salute fini ai tamponi anti Covid.

Alla base di al- Salem c'è anche una task force pronta a partire per l'Afghanistan in caso di problemi. È composta per lo più dagli uomini delle forze speciali italiane. Nel sito aeronautico si lavora senza sosta, con l'Aeronautica militare in prima linea. Non è ancora chiaro quando le operazioni saranno collegate, ma sicuramente prima del 31 agosto, visto l'ultimatum dato dai talebani. Dopodiché, la terra degli aquiloni sarà un lontano ricordo, che resterà come una ferita aperta per l'intero Occidente.

Gli ultimi a ripartire saranno i militari presenti a Kabul e il personale diplomatico ancora in loco.

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