Così Sgarbi asfalta la Segre
Vittorio Sgabri critica duramente la presenza in Aula di Liliana Segre, per il voto di fiducia, ricordando il passato del marito, della senatrice a vita, nell'MSI
Vittorio Sgabri critica duramente la presenza in Aula di Liliana Segre, per il voto di fiducia, ricordando il passato del marito, della senatrice a vita, nell'MSI

Questa mattina, durante l'intervento dell'onorevole Pierferdinando Casini, Liliana Segre ha fatto il suo ingresso nell'Aula di Palazzo Madama. L'entrata della senatrice a vita è stata accompagnata da scroscianti applausi da parte delle forze di maggioranza. Una presenza, oltre che un'accoglienza, che non è passata inosservata agli occhi di nessun partecipante, men che meno a quelli di Vittorio Sgarbi.
La senatrice si è presentata per ascoltare il dibattito parlamentare e per annunciare il voto di fiducia al governo Conte. “Di fronte a questa situazione ho sentito un richiamo fortissimo, un misto di senso del dovere e di indignazione civile'' ,ha dichiarato.
Scelta aspramente criticata da Vittorio Sgarbi, il quale, durante il suo intervento, ha affermato l'assoluta liceità della scelta ovvero che, in democrazia, chi ne ha le facoltà, voti o meno la fiducia al governo, ma allo stesso tempo ha tenuto a sottolineare: "Un senatore a vita avrebbe il dovere di astenersi, non solo per l’evidente ragione che non è eletto, ma perché la sua autorevolezza e la sua scelta possono assumere, come nel caso della Segre, un significato morale".
Il sindaco di Sutri, oltre che senatore, non ha perso poi occasione per ricordare alla senatrice a vita l'impegno politico del marito, Alfredo Belli Paci, nella fila del Movimento Sociale Italiano chiedendole: “Ha mai manifestato, la Segre, la sua indignazione civile per la candidatura del marito, alle elezioni politiche del 1979, nel MSI?”.
Sgarbi, dunque, non crede assolutamente al senso del dovere della Segre. "Un senatore a vita, con i suoi meriti, astenendosi, darebbe un segnale di responsabilità democratica" , ha concluso il senatore "votando a favore del governo non dovrebbe fare prevalere la sua autorità morale, nel ritenere ‘indegni’ ,con la sua indignazione a senso unico ,i deputati che non votano la fiducia”.
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