Oggi è una diciottenne sana. Ma già dal pancione della mamma era sieropositiva e fino a sei anni è stata bombardata dai farmaci. Trattamenti anti-retrovirali che sembra però abbiano fatto il miracolo: far sparire l'Hiv dal suo corpo. È infatti da dodici anni che questa ragazza ha smesso di prendere medicine e vive senza l'incubo della feroce malattia.
La ragazza, francese, è considerata un caso clinico «unico al mondo» e tiene con il fiato sospeso tutti gli esperti che si sono riuniti a Vancouver per la conferenza dell'International Aids Society (Ias). La sua storia è stata studiata e raccontata alla platea da Pierre Frange, pediatra e ricercatore all'ospedale Necker di Parigi che spiega: «La ragazza vuole proteggere la sua privacy, ma ha capito benissimo che vive una situazione eccezionale sul piano medico». In effetti è la prima volta che si registra una regressione del virus dell'Hiv in un tempo così prolungato, a 12 anni dall'interruzione delle cure. I medici dell'Istituto Pasteur di Parigi hanno seguito la storia clinica della diciottenne dalla nascita, nel 1996. Si era infettata nel pancione della mamma, che aveva una carica virale non controllata. La piccola ha ricevuto per sei mesi un trattamento con l'Azt, il primo farmaco per il trattamento dell'Aids, e poi una combinazione di quattro antiretrovirali. Questa terapia è durata fino all'età di 6 anni quando la famiglia ha deciso di interrompere l'assunzione dei farmaci. Dopo un anno, la carica virale della bambina era quasi non rilevabile, perciò i medici hanno deciso di non proseguire più alcuna cura.
Ora, dodici anni dopo, la notizia della remissione da parte dei ricercatori che però sono cauti: «Questo risultato apre nuove prospettive - sottolinea sul sito dell'Istituto Pasteur Jean-François Delfraissy, direttore del National Agency for Aids Research (Anrs) francese - ma non deve essere considerato una guarigione, è impossibile prevedere l'evoluzione della sua condizione».L'entusiasmo va contenuto per evitare delle sonore smentite. Come è accaduto in passato per due casi che hanno fatto scalpore. Una bambina in Mississippi, sottoposta ad un trattamento precoce, per due anni e mezzo non aveva avuto bisogno di terapie. Poi il virus si era ripresentato lasciando i medici delusi e sorpresi. L'altro caso è accaduto a Milano a un bambino nato nel 2009 da una donna positiva al virus Hiv e infetto dalla nascita. Immediata, per il neonato, la terapia d'urto, che ha abbattuto la carica virale fino ad azzerarla. Per tre anni nessuna traccia di Hiv, ma dopo lo stop delle cure, il virus è tornato.
Precedenti che hanno provocato battute d'arresto nella ricerca e che ora non permettono al mondo scientifico di esultare neppure dinnanzi alla storia della ragazza francese. Che comunque rimane sorprendente e conferma l'importanza strategica della tempestività delle cure. Spiega Paolo Rossi, direttore del Dipartimento Pediatrico Universitario Ospedaliero del Bambino Gesù di Roma: «Il concetto alla base della remissione del virus è la centralità della terapia precoce, perché determina una serie di fattori virologici e immunologici che favoriscono il controllo del virus».
Rossi, coordinatore del consorzio EPIICAL, che riunisce i più grandi centri sull'HIV pediatrico al mondo aggiunge: «Però i fattori responsabili di questo controllo - spiega l'esperto - non sono ancora completamente conosciuti. Possiamo immaginare che quando nascono dei bambini infetti e vengono trattati precocemente, si realizza uno spettro variabile di situazioni». E il caso francese è quello più fortunato.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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