Coronavirus

Il Covid accelera gli ospedali del futuro. Humanitas e 4 lombardi tra i top mondiali

L'istituto di Rozzano è il primo in Italia nel World's Best Hospital. La Responsabile di Radioterapia Scorsetti: "Mai saltati i controlli"

Il Covid accelera gli ospedali del futuro. Humanitas e 4 lombardi tra i top mondiali

L'intelligenza artificiale e la telemedicina, la chirurgia robotica e i servizi digitali. Gli ospedali cambiano, si innovano, e la pandemia ha agito come un grande acceleratore di capacità rimaste inespresse, di una digitalizzazione che durava da anni e che era pronta a esplodere. Ora la prestigiosa classifica, il World's Best Smart Hospitals 2021 stilata da Newsweek con il supporto di Statista, ha premiato l'IRCCS Istituto Clinico Humanitas come primo ospedale italiano e il trentaquattresimo su 250 al mondo nella classifica. Insomma, l'Italia che guarda al futuro c'è ed è vincente: ci sono altri 13 ospedali italiani tra cui Bambin Gesù, San Camillo, San Raffaele e Gemelli ad essere entrati nella prestigiosa classifica internazionale.

Team che uniscono competenze digitali e ingegneristiche, come l'AI Center dell'Humanitas, che integra l'analisi dei dati, l'elaborazione delle informazioni cliniche e punta alla costruzione di algoritmi intelligenti capaci di trovare associazioni e costruire modelli di previsione sempre più sofisticati, con l'obiettivo di garantire cure sempre più personalizzate, incrementare la precisione degli interventi, facilitare la diagnosi e aiutare la struttura a gestire il flusso dei pazienti, (fondamentale al pronto soccorso con la pandemia per evitare affollamenti). Sfide da vincere sul campo, dove l'innovazione va di pari passo con la conoscenza, e così l'Humanitas University, in collaborazione con il Politecnico di Milano, ha ideato l'innovativo Medtec School: un corso di laurea in medicina che integra e potenzia le conoscenze mediche con quelle dell'ingegneria biomedica.

Tra gli strumenti innovativi c'è la televisita. Una vera e propria rivoluzione per i pazienti. Tra le sostenitrici più entusiaste c'è la Professoressa Marta Scorsetti, responsabile di Radioterapia e Radiochirurgia di Humanitas e docente di Humanitas University. «La televisita è sempre stato un vantaggio enorme per i miei pazienti, ma da quando è scoppiata la pandemia è diventata una vera e propria ancora di salvezza. Chi voleva infatti venire in ospedale per farsi un controllo? Tutti avevano paura di prendersi il Covid, figuriamoci pazienti così fragili... E così posticipavano gli screening, mentre la malattia avanzava». Gli effetti di questi controlli posticipati iniziano a vedersi adesso, sono almeno 1,4 milioni in meno gli esami per la prevenzione effettuati rispetto allo stesso periodo del 2019. «Con la televisita invece, ho potuto essere vicina e dare la mia consulenza a tutti in modo tempestivo. Ho pazienti anziani, che vivono lontano dalla Lombardia, ci sono madri con figli piccoli, pazienti per cui fare un viaggio significa sostenere costi che non sempre possono permettersi. Tramite il computer io li vedo a casa loro con la telecamera, stabilisco un contatto umano, li vedo in faccia e già capisco molte cose, controllo i loro esami, vedo le immagini che nel mio lavoro sono fondamentali per capire come sta procedendo, testo il suo stato d'animo che resta un aspetto importante. A quel punto decido se è il caso di vederci di persona o di rivederci sullo schermo. Quanti viaggi sono stati risparmiati in questo modo, e non solo: scrivo la mia diagnosi, la terapia a cui sottoporre il mio paziente, insomma un report in una cartella che resta in memoria dell'ospedale, proprio come se fosse venuto nel mio studio. Non è forse questa la strada della medicina del futuro?». Occorre una mentalità aperta ancora prima di una tecnologia, «alcuni colleghi più anziani non erano sicuri della bontà del metodo, io dico che invece è un'arma potente, che rassicura i malati e che garantisce un supporto anche quando siamo fisicamente lontani. Vedere le immagini e i dati e capire che qualcosa non va e richiamarlo subito qui a Milano, non ha prezzo.

E a qualcuno ha salvato la vita».

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