Coronavirus

Covid e influenza. Gli ospedali ora temono la "tempesta perfetta"

Salgono i contagi e cresce la pressione sulle terapie intensive e nei pronto soccorso

Covid e influenza. Gli ospedali ora temono  la "tempesta perfetta"

Impennata della curva del coronavirus e picco dell'epidemia influenzale. È questa la «tempesta perfetta» paventata dai medici ospedalieri. I segnali che vanno in questa direzione sono arrivati da giorni: è dai primi di gennaio che la tendenza alla diffusione del virus ha ripreso a salire. Nell'ultimo Report dell'Istituto Superiore di Sanità, nella settimana 28 dicembre/3 gennaio, si evidenzia che sono salite a 13 le regioni con un tasso di occupazione delle terapie intensive o in aree mediche sopra la soglia critica di occupazione del 30 per cento. E anche i dati del bollettino di ieri confermano che la crescita accelera: ieri 181 nuovi ingressi in terapia intensiva con un aumento di 22 unità rispetto al saldo con le uscite per un totale di 2.615 posti letto occupati da pazienti Covid in emergenza. E gli operatori sanitari temono il collasso.

A rilanciare l'allarme, Carlo Palermo, segretario nazionale dell'associazione medici ospedalieri Anaao-Assomed. «Con una ripresa dei contagi nella prossima settimana andremo di nuovo alla saturazione del sistema ospedaliero. -afferma Palermo- Il calo dei contagi è molto più lento oggi rispetto alla prima ondata e nell'ultima settimana si è notato una ripresa per quanto riguarda ordinari di malati Covid sia di quelli critici».

Una ripresa dei contagi in questo periodo è più complessa da gestire perché si parte da un'occupazione dei posti letto già molto alta. Preoccupa anche la sovrapposizione con l'influenza stagionale che per ora è a bassa diffusione grazie alle misure di contenimento ma, conclude Palermo «se dovesse aumentare avremmo una tempesta perfetta».

La pressione si sente anche nei pronto soccorso dove, spiega Salvatore Manca, presidente della società Italiana di medicina di emergenza-urgenza, si è in affanno anche per «il gran numero di nuovi positivi tra il personale sanitario» che impone «turni più gravosi, e tempi di attesa che si dilatano per i pazienti». Troppo presto poi per vedere gli effetti delle vaccinazioni mentre le persone fanno sempre più fatica a mantenere comportamenti prudenti. «Abbiamo avuto casi di pazienti che avevano fatto pranzi con 20 persone», denuncia Manca.

Per Barbara Mangiacavalli presidente di Fnopi, la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche la pressione sulle strutture sanitarie non si è mai abbassata veramente: «Non abbiamo mai avuto un calo tale da modificare l'impegno- spiega -Stiamo seguendo con apprensione la modifica della curva. Siamo consapevoli che si sta muovendo in modo coerente con la curva di altri paesi, siamo solo in ritardo di qualche settimana. Non abbiamo mai considerata archiviata la questione».

I dati non lasciano tranquilli gli scienziati. Il timore è sempre quello della saturazione dei posti letto visto che non esiste soltanto il Covid e nuovamente anche in questa fase tutte le forze del servizio sanitario nazionale sono costrette a convergere sul coronavirus.

Anche il virologo dell'Università Statale di Milano Fabrizio Pregliasco, segnala la ripresa dell'epidemia e ritiene inevitabile una «terza ondata».

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