Coronavirus

La Svizzera ci prende a schiaffi "Dpcm? Niente treni per l'Italia"

Saranno i frontalieri le prime vittime dell'annunciato "lockdown ferroviario", che partirà dal prossimo giovedì 10 dicembre

La Svizzera ci prende a schiaffi "Dpcm? Niente treni per l'Italia"

Il numero di contagi che non accenna a diminuire, come evidentemente ci si attendeva, inizia a preoccupare anche la Svizzera, che ha deciso di adottare delle misure ancora più restrittive in particolar modo per quanto riguarda il Canton Ticino, ovvero l'area geograficamente confinante con l'Italia. Così tanto da determinare addirittura l'anticipo dell'orario di chiusura dei locali pubblici di alcune ore rispetto a quanto già previsto.

A ciò si aggiunge, tra l'altro, il blocco al confine di una serie di convogli diretti verso il nostro Paese annunciato a partire dal prossimo giovedì 10 dicembre dalle Ferrovie federali svizzere. La motivazione ufficiale è l'impossibilità rilevata dall'ente di applicare e far rispettare a bordo dei treni le rigide norme anti-contagio contenute nell'ultimo Dpcm firmato da Giuseppe Conte. Si preannunciano, pertanto, delle enormi difficoltà per i frontalieri

L'allarme era stato lanciato dal ministro svizzero della Salute Alan Berset, sollecitato dalle sostanziale stabilità del numero di contagi e dalle polemiche sorte a seguito della diffusione delle immagini di assembramenti in alcuni impianti sciistici locali. A finire nel mirino, a causa dei numeri registrati negli ultimi giorni, è stata in particolar modo l'area del Canton Ticino (solo ieri 116 casi e 9 morti su una popolazione di circa 300mila unità, con un tasso di positività dei tamponi al 22%, tra i più alti in Svizzera).

A causa delle pressioni subite, il presidente del cantone Norman Gobbi ha annunciato un'ulteriore stretta sul territorio da lui amministrato: la serrata dei bar viene anticipata alle 19, quella dei ristoranti alle 22. Ciò che maggiormente interessa il nostro Paese, tuttavia, è il temuto "lockdown ferroviario" che dovrebbe partire tra due giorni. Tutto sarebbe causato dalle problematiche relative all'applicazione del rigido sistema di controllo dei passeggeri imposto dal Dpcm promulgato dal governo giallorosso, come la misurazione della temperatura corporea per tutti i viaggiatori e la necessaria negatività all'esame del tampone naso-faringeo richiesta a partire proprio dal 10 dicembre a coloro che varcano i confini nazionali all'interno di convogli provenienti dalla Svizzera.

Sale quindi la preoccupazione per quanti si spostano quotidianamente per motivi di lavoro da uno Stato all'altro. La conferma ufficiale da parte delle Ferrovie federali svizzere, attesa proprio in mattinata, è già arrivata: "A partire dal 10 dicembre 2020 fino a nuovo avviso le FFS e Trenitalia interrompono i collegamenti tra Svizzera e Italia. La decisione è legata a un decreto (Dpcm) delle autorità italiane", si legge nel comunicato riportato da Il Corriere."Sia il traffico a lunga percorrenza che quello regionale TILO sono interessati dal provvedimento. I treni delle FFS/TILO circolano fino al confine. I treni nel traffico regionale tra Briga e Domodossola continuano a circolare.

Dal 10 dicembre 2020 fino a nuovo avviso, l’offerta dei treni EuroCity tra la Svizzera e l’Italia sarà sospesa", conclude la nota.

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