Il coronavirus non risparmia nessuno, nemmeno gli uomini di Dio. È risultato positivo monsignor Antonio Napolioni, vescovo di Cremona, ricoverato da qualche giorno presso l'ospedale della città. È il primo vescovo italiano ad aver contratto il Covid-19. «Il vescovo sta bene, è tranquillo, non ha febbre ma continua ad essere sotto ossigeno conferma al Giornale il segretario, don Flavio Meani anche io sono in autoisolamento».
Il presule, originario di Camerino e vescovo di Cremona dal 2015, è ricoverato nel reparto di pneumologia dell'ospedale della città lombarda. «Lo staff segue con cauto ottimismo il protocollo di cura previsto per il vescovo Antonio Napolioni, ricoverato da venerdì scorso per i sintomi del Covid-19 - riferisce una nota pubblicata sul sito della Diocesi - diagnosi confermata dall'esito del test da tampone effettuato al suo arrivo in reparto. Mons. Napolioni risponde alle terapie e la sua situazione clinica è definita stabile». Sono state giornate di apprensione per l'intera comunità diocesana, fino alla conferma arrivata dal tampone: il vescovo è positivo, hanno fatto sapere dall'ospedale. Ma le notizie che giungono dal nosocomio sembrano rassicurare. «Lo staff della Unità operativa ha intrapreso una progressiva riduzione della ventilazione meccanica, introdotta nei giorni scorsi. Sotto attenta osservazione del team medico nei prossimi giorni si valuterà con cautela la prosecuzione di questa progressiva riduzione del supporto respiratorio».
Dal letto dell'ospedale, Napolioni ha voluto rassicurare i suoi fedeli, inviando un messaggio audio. «Guardo avanti con fiducia, soprattutto grazie alla preghiera di tutti e alla preghiera per tutti: non solo per il vescovo, ma per tutti i malati, per tutti i medici, per il personale che si prodiga straordinariamente e per tutta la collettività che ha bisogno di attraversare questo deserto per vivere una splendida Pasqua». E in tutta la diocesi continuano ad essere sospese le messe feriali e festive. Così come sospese sono le celebrazioni di funerali, battesimi, cresime, prime comunioni e matrimoni. Monsignor Napolioni ha sostituito nel 2015 Dante Lafranconi che tre anni prima era stato iscritto nel registro degli indagati con l'accusa (poi archiviata per prescrizione) di aver coperto casi di pedofilia e abusi sessuali commessi da sacerdoti, poi condannati. Una difficile eredità nella diocesi di Cremona, per il vescovo Napolioni che, nominato da Papa Francesco, ha sempre incarnato il ruolo di pastore verso il suo popolo, battendosi per i valori dell'uguaglianza, della solidarietà verso i più poveri, del lavoro per tutti.
Nel messaggio di Quaresima ai fedeli aveva scritto: «Anche noi, privati momentaneamente della celebrazione eucaristica che ci fa Chiesa, siamo chiamati a vivere questo deserto come occasione di recupero del silenzio interiore».
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