Cresce la fila dei dissidenti: quasi 40 parlamentari

Da Nugnes a Fattori e De Falco, i ribelli iniziano a uscire allo scoperto. I vertici minacciano sanzioni

Cresce la fila dei dissidenti: quasi 40 parlamentari

Roma - Quelli che ci hanno messo la faccia sono una decina, ma la truppa dei «dissidenti» rischia di essere molto più nutrita. Una fonte parlamentare dice che la fronda interna al M5s è già formata da «una trentina di parlamentari tra Camera e Senato che potrebbero arrivare a quaranta». Anche se, per il momento, in tanti preferiscono esprimere le proprie critiche restando protetti dall'anonimato.

Le minacce di espulsione da parte dei vertici grillini, suggeriscono, stavolta però stanno sortendo l'effetto opposto a quello sperato. E non si esclude possano innescare una rivolta dalle proporzioni più ampie rispetto a quella che è già sotto gli occhi di Luigi Di Maio. Dopo il post di lunedì del capo politico, in cui si invitava alla compattezza, ieri è arrivato l'avvertimento del capogruppo al Senato Stefano Patuanelli: «Se verrà posta la fiducia e voteranno contro si aprirà per forza un'azione disciplinare». Un'altra mossa dei vertici per sedare gli animi dei «ribelli» è stata la convocazione, in serata, di un vertice congiunto dei parlamentari, con la presenza di Di Maio. L'incontro è stato poi annullato ma sarebbe stato comunque disertato dai senatori Paola Nugnes, Elena Fattori e Matteo Mantero, i più critici sul provvedimento, ai quali si aggiunge Gregorio De Falco che nel tardo pomeriggio si è ammorbidito: «Abbiamo registrato qualche miglioria al testo, anche importanti, però il punto di approdo è ancora lontano: il risultato non è ancora soddisfacente, ma il lavoro prosegue». Resta ferma sulla sua posizione Nugnes: «Voglio votare contro, ma nel caso di un'eventuale fiducia mi riservo di valutare il da farsi». Mentre Matteo Mantero ha spiegato: «Il decreto sicurezza non lo voterò, se votare contro o non votarlo lo deciderò la notte prima, al momento sono più per non votarlo. Anche se ci fosse la fiducia». Il puzzle dei «malpancisti» a volto scoperto sul dl presentato da Matteo Salvini si completa con Virginia La Mura, senatrice di Pompei cofirmataria di un emendamento, anche lei vicinissima a Roberto Fico. Nella geografia della dissidenza palese ci sono anche i senatori Lello Ciampolillo, Saverio De Bonis e la deputata Sara Cunial. Ovvero il terzetto che ha firmato una nota contro la decisione del premier Giuseppe Conte di dare il via libera al Tap in Salento. Sul decreto fiscale hanno espresso perplessità la deputata Carla Ruocco, vicinissima a Beppe Grillo, e il senatore ex Idv Elio Lannutti, anche lui considerato uomo del comico. E non bisogna dimenticare la polemica sul condono a Ischia, inserito nel decreto Genova. Su questo tema, hanno presentato un emendamento alla Camera i deputati Luigi Gallo, Gilda Sportiello e Doriana Sarli. Tutti e tre sono napoletani e riconducibili a Fico.

Sul dl sicurezza i numeri ancora non sono «pericolosi». Perché anche con il no dei cinque dissidenti, Lega e M5s sarebbero sopra di un voto rispetto alla maggioranza assoluta di 161 senatori.

Senza contare i quattro senatori del gruppo misto che hanno già votato la fiducia a Conte Ma la situazione interna non è da sottovalutare, tant'è che si è registrato un intervento del premier. «Occorre una sintesi - ha detto dall'India - chi si riconosce nella maggioranza deve assumere un atteggiamento di consapevolezza e responsabilità».

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