Il Movimento cinquestelle, tra dubbi e tormenti, torna sulle barricate e prova a fare la voce grossa sulla Tav. Il cammino di avvicinamento alla sospiratissima decisione finale è costellato di continui stop and go, con la spada di Damocle della minaccia di un referendum, agitata ormai da più soggetti politici, Lega compresa. Si muovono i consiglieri regionali piemontesi di M5s, tra i quali si trovano molti attivisti del movimento No Tav, che alzano la voce e ripropongono l'hashtag #StopBandiTAV lanciato dai consiglieri comunali torinesi con l'iniziativa delle foto e del video per ribadire il no all'opera e alla partenza dei bandi. Senza dimenticare che anche Giorgio Bertola, il candidato alla presidenza del Piemonte scelto dal Movimento, è su una posizione fortemente anti-Tav. Ma anche esponenti del governo provano a tenere alta la tensione.
Sotto traccia la convinzione diffusa è che alla fine si trovi un accordo a metà strada con la Lega e il progetto di mini-Tav possa diventare lo strumento per salvare il governo e parte dell'Alta Velocità, oltretutto evitando un mega-contenzioso molto oneroso per le casse dello Stato. Ma al momento la polemica viete tenuta alta dai grillini. «Tria è favorevole alla Tav? Magari non si pone il problema perché ha già stanziato i soldi e non deve trovarne altri. Dopodiché Tria può esprimere il suo pensiero. Ma c'è un contratto di governo. E c'è un limite a tutto» dice al Fatto Quotidiano, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Stefano Buffagni, secondo cui «anche sulla Torino-Lione con la Lega si può trovare un accordo». Tuttavia, avverte, «per me questo governo durerà cinque anni, ma se qualcuno vuole tornare tra le braccia di Berlusconi e Formigoni è libero di farlo. Noi non siamo certo gelosi». E le parole di Davide Casaleggio che ha adombrato il rischio di una crisi sulla Tav sono ancora ben presenti nella mente dei pentastellati.
Matteo Salvini, invece, indossa i panni del pompiere. «Piena fiducia in Conte sulla Tav. Sono certo che troveremo una soluzione insieme. È un'opera importante, per noi va fatta come chiedono cittadini e imprese» dice il ministro dell'Interno e vicepremier. Il riferimento al premier non è casuale visto che sulle sue spalle ricadrà l'onere di tentare una mediazione.
La dead line per pubblicare i bandi è fissata all'11 marzo. Ma la decisione - secondo quanto annunciato - dovrebbe arrivare prima. «Hanno detto che avrebbero deciso sul Tav entro una settimana» fa notare Deborah Bergamini, deputata Fi e vicepresidente della commissione Trasporti alla Camera e responsabile Trasporti, Tlc per il partito azzurro che ha dato il via a un countdown in salsa politica: il «Conte alla rovescia». «Bene, mancano 4 giorni alla scadenza. La Lega sarà complice di questo suicidio economico e di credibilità o farà cadere il governo?».
Per la Lega a ribadire la necessità di fare l'opera è il presidente della Lombardia, Attilio Fontana. «Ho sempre sostenuto che sono favorevole all'opera, la ritengo fondamentale per lo sviluppo della mia regione. Sono convinto che si supereranno problemi e difficoltà, ma mi preoccupano le dichiarazioni di Casaleggio».
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