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"Con la crescita si ripagherà il deficit"

Giorgetti: nel triennio 2024-26 tagli di spesa per 10 miliardi. I Btp esclusi dal calcolo Isee

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La legge di Bilancio per il triennio 2024-2026 sarà orientata a principi di prudenza «cercando il giusto equilibrio tra l'obiettivo di fornire il sostegno necessario all'economia attraverso misure mirate e quello di assicurare sia il rientro del deficit al di sotto della soglia del 3 per cento del Pil sia un percorso di riduzione credibile e duraturo del rapporto debito/Pil». È quanto ha fatto scrivere il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti (in foto) nel Documento programmatico di bilancio (Dpb) per il 2024.

A questo proposito, nel confermare gli obiettivi di deficit/Pil fissati dalla Nadef (5,3% nel 2023, 4,3% nel 2024, 3,6% nel 2025 e 2,9 per cento nel 2026) si specifica che «gran parte delle risorse aggiuntive del 2024 (il ricorso al deficit è stato aumentato di 15,7 miliardi; ndr) saranno utilizzate per la riduzione e il potenziamento del taglio del cuneo fiscale, per supportare le famiglie più numerose». Queste due misure valgono circa 14 miliardi, ossia metà della manovra. Insomma, in un contesto caratterizzato ancora da un'elevata inflazione (5,6% il deflatore dei consumi atteso quest'anno), si legge nel Dpb, «il sostegno ai redditi dei lavoratori può contribuire a limitare pressioni sui salari e i conseguenti effetti sui prezzi». A questo scopo la manovra nel pacchetto famiglia della ministra Roccella dovrebbe prevedere anche l'esclusione dei Btp dal calcolo dell'indice Isee: chi ha fiducia nel Paese viene ripagato con maggiori possibilità di accesso ai servizi sociali.

Le linee guida della manovra sono specificate in questi termini per rendere ancora più evidente quella che il premier Meloni ha definito «serietà». Da una parte 11,5 miliardi nel triennio 2024-2026 per la sanità, dall'altro lato un serio programma di tagli alla spesa che vale 10 miliardi nell'arco di programma (6,5 miliardi nel 2026). Sono, infatti, «interventi volti a razionalizzare l'uso di alcuni crediti di imposta (come il tax credit cinema), incrementi di aliquote su taluni prodotti nonché misure di contrasto all'evasione fiscale». Si evidenzia, inoltre, che in assenza di nuovi shock i sostegni per pagare le bollette saranno progressivamente ritirati. Basti ricordare che la legge di Bilancio 2023 vi destinava 21 miliardi e il dl Aiuti-quater ha stanziato i 5 miliardi, mentre altri 1,3 miliardi erano nel dl Energia.

L'obiettivo è dirottare le risorse verso i settori che ne hanno più bisogno. Ne sono un esempio gli oltre 2 miliardi alle famiglie sotto forma di decontribuzione per le donne lavoratrici e rifinanziamento della carta acquisti «Dedicata a te». Per favorire l'occupazione ci sono gli oltre 3 miliardi per il credito d'imposta sulle assunzioni (1,3 miliardi)e la nuova Sabatini (1,8 miliardi).

Nelle prime pagine del Dpb si fa notare che, senza i crediti d'imposta del Superbonus che valgono poco più dell'1% del Pil (circa 20 miliardi l'anno), l'Italia avrebbe già raggiunti gli obiettivi programmatici di riduzione del deficit. Idem per il debito visto in lieve calo al 139,9% del Pil nel 2024 e 2025 «anche grazie ad un parziale utilizzo delle disponibilità liquide del Tesoro e all'avvio di un piano di dismissioni di partecipazioni dello Stato» che vale 20 miliardi nel triennio.

Un messaggio di sostenibilità inviato alle agenzie di rating.

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