«Dei sondaggi me ne frega il giusto» dice Matteo Salvini, che ha i suoi problemi di convivenza con i grillini, ma che stavolta forse farebbe bene a buttare un occhio a quello realizzato da Tecnè: Lega in ascensore, Forza Italia in buona ripresa, centrodestra vicino a quota 5O e quindi potenziale maggioranza nel Paese. Crolla in compenso la fiducia nei confronti del governo. Un italiano su due dà infatti un giudizio negativo sull'esecutivo gialloverde.
Che il Carroccio abbia il vento nelle vele si era capito da tempo: ora, nonostante le polemiche con M5s, è stimato al 31,7 per cento, mezzo punto in più rispetto al 5 ottobre e sei sopra gli alleati pentastellati. Ma il dato significativo è la crescita azzurra. Secondo il rilevamento, grazie anche al rinnovamento impegno di Silvio Berlusconi, in meno di due mesi Fi è passata dal 10,8 all'11,3 per cento delle intenzioni di voto, mezzo punto in più. Tradotto in schede, significa che oltre tre milioni di cittadini oggi sceglierebbero Forza Italia, Tutto ciò, sommato al buon momento di Fratelli d'Italia (dal 3,5 al 4 per cento), porta un'eventuale coalizione di centrodestra a quota 47,5, a due passi dalla maggioranza assoluta. Anzi, per come funziona il sistema elettorale, già così se si andasse alle urne avrebbe il controllo comodo del Parlamento.
Discrete notizie pure per il Pd. Nonostante le liti interne e il caos pre-congressuale, da ottobre a oggi il Nazareno avrebbe riguadagnato quasi un punto mezzo, arrivando al 18,1. Pessime invece quelle per i Cinque stelle, precipitati dal 28,7 al 26. Un crollo. Il movimento paga le scelte infelici del governo. Solo un mese fa i giudizi positivi sul lavoro di Palazzo Chigi erano superiori ai negativi, adesso il rapporto si è completamente rovesciato, 49,2 contro 45,7. E la forbice si sta allargando.
Prendiamo la legge di Stabilità: nella rilevazione del 5 ottobre risultava che il 48,4 per cento degli intervistati dalla Tecnè erano contrari alle misure economiche del governo, ora i giudizi «non positivi» sono diventati il 52,5.
Bocciate le politiche sociali: al 55 per cento dei cittadini non piace l'operato dell'esecutivo in questo settore. Condannato senza appello il reddito di cittadinanza: sei italiani su dieci cono contrari al provvedimento bandiera dei 5s, che è approvato solo dal 33 per cento degli intervistati. Respinti i provvedimenti sul lavoro, come il decreto dignità: pollice verso dal 62,7 per cento. Quanto poi alle misure per favorire la crescita, buio pesto. Soltanto il 26,9 per cento del campione approva gli interventi annunciati con la Finanziaria, mentre ben il 64,4 è contrario. E dall'inizio di ottobre i No sono cresciuti del cinque per cento.
Segno meno pure sulla riduzione della pressione fiscale. Tutti vorrebbero pagare meno tasse ma, stando al sondaggio, due terzi degli italiani pensano che su questo fronte è stato fatto poco. Ci si aspettavano sgravi a famiglie e imprese e una flat tax maggiormente incisiva. Invece così appena il 26 per cento saluta con favore i passi fatti dal governo. Fanalini di coda, istruzione, sanità, trasporti e giustizia, tutti comparti con oltre il 60 per cento di giudizi negativi. Forse non è un caso se tre di questi quattro ministeri sono guidati dai Cinque stelle.
E certo non è un caso se le uniche note liete per la maggioranza arrivino sui temi cari alla Lega, più abile a capitalizzare il consenso.
Ad esempio, la gestione dei flussi migratori piace a oltre la metà degli italiani. Pure alzare la voce con Bruxelles paga: il 46,5 pensa che le critiche dell'Europa alla manovra siano «un'ingerenza». Ma guai a uscire dall'euro: solo il 26 per cento vuole uscire dalla moneta unica.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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