Il governo italiano non riconosce l'annessione della Crimea da parte della Russia. Il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi risponde così all'interrogazione di smenti Laura Boldrini dopo le parole di Matteo Salvini al Washington Post con cui il ministro dell'Interno aveva espresso una posizione di apertura sul tema dell'annessione.
"Il governo italiano ritiene che vadano sempre rispettate le regole del diritto internazionale, in particolare i principi legati a integrità territoriale. La posizione è coerente con quella espressa dall'Unione europea". Queste le parole di Moavero Milanesi durante il question time alla Camera dei Deputati. Il titolare della Farnesina ha poi ribadito: "l'Italia ha aderito alle sanzioni. Non ha riconosciuto le autorità regionali designate nel marzo 2014, questo in coerenza con quanto concordato con i partner internazionali in sede G7 e Ue".
E sulle sanzioni alla Russia, tema da sempre molto caro ai due partiti che compongono la maggioranza di governo, il ministro ha concluso: "la posizione del governo italiano al Consiglio Ue del 28 e 29 giugno scorsi è stata di consentire la proroga semestrale. Riteniamo che le sanzioni abbiano carattere strumentale per avere il rispetto degli accordi di norme internazionali firmate a Minsk e sottoscritte da tutte le parti, compresa la Russia. Non sono una punizione per un fatto avvenuto, ma per favorire il ripristino della situazione corretta".
Le dichiarazioni di Salvini sulla Crimea hanno da subito innescato il dibattito politico. Intervistato dal quotidiano americano, il ministro aveva spiegato non solo di voler fare in modo di togliere le sanzioni alla Russia, ma aveva anche sostanzialmente legittimato l'operato della Russia. "C'è stato un referendum", ha risposto il vicepremier alle domande del giornalista. L'intervistatore aveva ribattuto che si trattasse di "un referendum fasullo". Ma la risposta di Salvini era stata "C'è stato un referendum, e il 90% della gente ha votato per il ritorno della Crimea alla Federazione Russa".
Parole molto diverse dai tradizionali toni con cui la politica europea si rapporta all'Ucraina e al referendum sulla penisola.
"Paragoniamolo con la falsa rivoluzione in Ucraina, che era una pseudo rivoluzione fondata da potenze straniere, come le rivoluzioni della primavera araba. Ci sono alcune zone storicamente russe con cultura e tradizioni russe che appartengono legittimamente alla Federazione Russa".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.