Coronavirus

Crisanti bastona il governo: "Servono misure più restrittive"

Il virologo spiega la sua posizione, dicendosi incline a misure più rigide e controlli più puntuali sugli italiani, anche a costo di violarne la privacy

Crisanti bastona il governo: "Servono misure più restrittive"

Il virologo Andrea Crisanti continua ad ostentare insoddisfazione per le soluzioni anti-Covid messe in piedi dal Governo e chiede un'ulteriore stretta sulla popolazione, anche a costo di invadere la privacy dei cittadini.

"Le misure messe in campo con il nuovo Dpcm sono misure ad effetto temporaneo e non risolutive", ha spiegato ai microfoni di Ansa il titolare della cattedra di microbiologia presso l'Università degli studi di Padova. "Finchè non si elaborerà un piano per consolidare i risultati eventualmente derivanti da misure più restrittive, continueremo inevitabilmente in questa spirale di contagi".

Necessario quindi un ulteriore intervento ancora più restrittivo, anche se ciò dovesse comportare interferenze nella quotidianità degli italiani. Per Crisanti bisognerebbe "mettere in campo un piano di sorveglianza che, una volta che saremo riusciti ad abbassare i contagi attraverso misure più restrittive come tutti speriamo, riesca a mantenerli bassi e sotto controllo".

Dopotutto, spiega il virologo, già altri Paesi sono riusciti a realizzare un tale obiettivo:"Da Taiwan alla Corea", puntualizza."Oltre alle misure illustrate oggi dal premier, bisognerebbe cioè adottare una strategia che finora in Italia non è stata mai messa in campo". Vale a dire mettere in atto un "vero piano di sorveglianza che preveda tracciamenti mirati per interrompere le catene di trasmissione, strumenti informatici efficaci e rafforzamento della capacità di diagnosi".

Una tesi già esplicitamente illustrata in un altro intervento effettuato nella giornata di ieri e riportato da "Il Gazzettino". "Se in questo momento fossi a capo del Comitato scientifico", aveva dichiarato infatti, "farei probabilmente tre cose: chiederei l'accesso incondizionato a tutti i dati di mobilità degli italiani, ma anche di comportamenti e di densità di popolazione per capire dove sono le zone più a rischio".

Base essenziale di appoggio potrebbero essere i dati che vengono carpiti agli utenti in rete dai principali provider, come detto in modo esplicito e senza mezzi termini: "Google, Apple, Facebook, Amazon sono società private che hanno a disposizione una quantità enorme di dati su spostamenti e tracciabilità delle persone", ha raccontato Crisanti nel suo intervento al festival digitale "DigitalMeet" (Padova). Dati che "se fossero messi a disposizione di chi pianifica la vita sociale ed economica sarebbero utilissimi. Purtroppo non li abbiamo".

"In Italia in 5 mesi non abbiamo costruito una rete di sorveglianza degna di questo nome", si era lamentato ancora, prima di puntare il dito contro il fatto che la scienza si sia assoggettata alla politica: "Se ci troviamo in questa situazione il merito è del comitato tecnico scientifico che si è allineato ad aspettative di tipo politico, ed è sbagliato".

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