Crisi respiratoria dopo la febbre. Johnson peggiora: terapia intensiva

L'ultimo tweet dall'ospedale: "Sono di buon umore". Mistero sulla salute del premier, Downing Street aveva smentito i media russi

Crisi respiratoria dopo la febbre. Johnson peggiora: terapia intensiva

«Le condizioni di mister Johnson sono peggiorate e su suggerimento del suo medico curante è stato trasferito in terapia intensiva». Dopo una giornata trascorsa tra vaghe rassicurazioni, la notizia arriva alle 20.30 sotto forma di una scarno comunicato stampa da parte di Downing Street. Poche righe asettiche nella tradizione di un Paese che non ama parlare di sé stesso, soprattutto quando deve ammettere la propria fragilità. «Il Primo ministro si trova in cura al St.Thomas Hospital di Londra - si legge nella nota - dove è stato ricoverato con sintomi persistenti di Coronavirus. Nel corso del pomeriggio di lunedì le sue condizioni si sono deteriorate ed è stato trasferito nell'unità intensiva dell'ospedale». Il comunicato specifica ancora che Johnson «sta ricevendo cure eccellenti e ringrazia tutto lo staff sanitario per il loro lavoro e la loro dedizione».

Nei complimenti ai medici s'intravede l'ennesimo tentativo di rassicurazione, eppure tutto è già cambiato rispetto a qualche ora prima, quando i giornalisti avevano travolto di domande inquisitorie il ministro degli Esteri Dominic Raab, incaricato di rappresentare il governo all'ormai consueto incontro quotidiano con la stampa.

Alle 18 Raab, che nell'eloquio e nello stile, non potrebbe essere più diverso da Johnson, in evidente difficoltà aveva continuato a ripetere le due frasi ormai note a tutti, fin dalle prime ore del mattino: «Il Premier è in ospedale, ma è su di morale e continua a rimanere in carica».

Neppure tre ore dopo la Nazione apprende che Johnson ha telefonato a Raab chiedendogli di sostituirlo «laddove necessario». Non si tratta ancora di un'investitura ufficiale, hanno spiegato ieri i vari analisti, ma poco ci manca. Dalle poche notizie trapelate fino a ieri notte, il premier era cosciente e non era intubato, ma aveva vicino un ventilatore nel caso ce ne fosse stato bisogno. Così, nella stessa giornata, per un macabro scherzo della sorte, quella notizia diffusa ieri dall'agenzia russa Ria Novosti e rilanciata anche da Rai News, che dava il Primo ministro già in terapia intensiva, attaccato ad un ventilatore - e smentita da Downing Street come «parte della narrativa di fake news in atto fin dall'inizio della crisi da Covid» - diventa quasi vera. E mentre Johnson combatte una battaglia che è personale, ma rappresenta allo stesso tempo quella di tanti suoi connazionali, il mondo trattiene il respiro e invia messaggi di solidarietà.

Il cancelliere dello Scacchiere Rishi Sunak ha dichiarato di essere vicino al Premier e alla sua compagna, incinta di sei mesi e attualmente in isolamento, mentre il capo del team scientifico di consulenti Chris Whitty ha sottolineato che Johnson «non potrebbe trovarsi in mani migliori». Il nuovo leader del Labour Starmer si è detto «terribilmente rattristato dalla notizia». «I pensieri di tutto il Paese sono per il Primo Ministro e la sua famiglia in questo momento estremamente difficile» ha aggiunto.

Messaggi di supporto sono arrivati anche dal sindaco di Londra Khan, dal Presidente americano Trump e da quello francese Macron.

Nel frattempo, nei prossimi giorni «sospesi» i ministri di BoJo dovranno continuare a destreggiarsi tra mille polemiche, anche se ora sembrano essere passate in secondo piano. Invece non lo sono, poiché tutte riguardano la lotta contro il Coronavirus, lo stesso nemico invisibile che sta minacciando la vita di Johnson. Attualmente nel Regno Unito sono ben 5.373 i decessi per Covid19.

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