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Salvini cita Grillo sui senatori a vita: scoppia la bagarre al Senato

La Lega confema il suo "no" alla fiducia. Contestazioni in Aula contro il leader della Lega, Matteo Salvini, che ha ricordato una frase di Beppe Grillo sui senatori a vita

Salvini cita Grillo sui senatori a vita: scoppia la bagarre al Senato

Altro che volenterosi. I parlamentari dell’opposizione che potrebbero entrare nella maggioranza per salvare l’esecutivo guidato da Giuseppe Conte sono "complici". È questo uno dei passaggi più duri del discorso di Matteo Salvini nel corso delle dichiarazioni di voto sulla fiducia al governo in corso al Senato.

Per il leader della Lega mettere in discussione "un governo che ha fallito su tutto non è un diritto ma un dovere di ogni cittadino". L’ex ministro ha, poi, ribadito il suo sconcerto per quella che si potrebbe definire "operazione-responsabili", il possibile cambio di campo di parlamentari. "Una volta quelli che cambiavano casacca venivano chiamati volgari poltronari, qualcuno è anche andato a processo per una presunta compravendita di senatori", ha spiegato Salvini che ha ricordato come su tale vicenda ci siano due pesi e due misure: "Non state cercando volenterosi ma state cercando dei complici da pagare per non mollare la poltrona".

Lo stesso Salvini ha lanciato altri affondi verso gli esponenti della maggioranza denunciando che "qui per qualcuno il problema è perdere la poltrona mentre per gli italiani normali è perdere il posto di lavoro. Mi scuso per qualche collega senatore che mi ha fatto vergognare di essere senatore". "Noi per i no, lo dico a Renzi, abbiamo mollato sette poltrone, non due", ha continuato Salvini riferendosi alle dichiarazioni più volte espressa dall’ex rottamatore in merito alle dimissioni delle ministre Bellanova e Bonetti che, di fatto, hanno aperto la crisi di governo.

"Ci fosse un governo che ha tenuto sotto controllo la crisi sanitaria e che ha messo benzina nel motore dell'attività economica, noi da fuori diciamo: smettete di litigare perché state facendo cose buone e andate avanti", ha garantito Salvini. Ma la realtà è diversa. Il senatore evidenzia che la Lega è "l’ultima a mettere in discussione un governo che ha fallito su tutto non è un diritto ma un dovere di ogni cittadino italiano".

Un passaggio del suo discorso l’ex ministro lo riserva anche ai senatori a vita che, con il loro voto, potrebbero essere decisivi per le sorti dell’esecutivo. "Ricordo ai senatori a vita che si apprestano a votare la fiducia, cosa diceva il leader dei 5 Stelle di loro, 'non muoiono mai o muoiono troppo tardì", ha ricordato Salvini che, sarcasticamente ha aggiunto: "Ai senatori a vita, che legittimamente vengono a votare, che coraggio che avete...". Queste frasi, però, non sono piaciute a tutti tanto che in Aula sono scattate immediatamente le contestazioni, in breve tempo rientrate.

Recovery Fund e patrimoniale

Sul Recovery Fund, il leader della Lega ribadisce la sua posizione critica rimarcando che i soldi provenienti da Bruxelles sono "per due terzi dei prestiti che dovranno essere restituiti non è 'cosa vostra’, ma cosa di tutti". Poi il tema della patrimoniale e di nuove tasse che, a giudizio del leader della Lega, potrebbero essere imposte dalla Ue. Su questo delicato argomento l’ex ministro ribadisce la sua netta contrarietà tanto che, rivolgendosi al governo, ha affermato che se l’esecutivo dovesse dire di sì a queste imposizioni allora "sarete giudicati come “attentatori nei confronti degli italiani".

Fiat e Mps

Nel suo discorso Salvini attacca il governo anche per il futuro di Fiat. "Un governo che, senza muovere un dito, permette che la Fiat diventi francese, con prevedibili licenziamenti dei nostri operai, è un governo europeista o un governo di fessi? Secondo me più la seconda", ha affermato ancora l’ex ministro. "Spero che non riesca, il suo governo, che spero stasera abbia fine- ha continuato Salvini rivolgendosi a Conte- a fare quello che non hanno fatto due guerre mondiali: svendere un patrimonio dei toscani e degli italiani che si chiama Monte dei Paschi di Siena, che non è proprietà di un partito ma è patrimonio di un Paese".

No alla fiducia contrario

"Noi la fiducia non la diamo a lei ma ai cittadini italiani.

Noi speriamo che liberi la poltrona che sta difendendo con tutti i mezzi necessari", ha infine concluso il leader della Lega che provocatoriamente ha affermato di vedere "tanto nervosismo, forse siete meno convinti di portare a casa poltrona".

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