La Croce "Preghiera di pace" per il compleanno di Papa Leone

L'opera realizzata dal Maestro Giorgio Celiberti

La Croce "Preghiera di pace" per il compleanno di Papa Leone
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In occasione del settantesimo compleanno del Santo Padre, che cade il 14 settembre, il Maestro Giorgio Celiberti, classe 1929, ha realizzato una croce per Papa Leone XIV, che gli è stata consegnata il 10 settembre. L'opera si intitola Preghiera di Pace ed è una interpretazione della Croce di Gerusalemme, composta da una grande croce centrale circondata da quattro più piccole. Rappresenta Cristo e le sue piaghe, è un simbolo che ha origini bizantine ed è stato adottato dall'Ordine Equestre del Santo Sepolcro. La commissione e l'idea di donare l'opera al Papa sono nate proprio dalle Delegazioni di Ferrara e Bologna dell'Ordine.

Per la tradizione cristiana, il 14 settembre è la festa dell'Esaltazione della Croce e l'opera di Celiberti ha un profondo dualismo simbolico che si esprime con un primo elemento che è il Roveto ardente, il luogo sacro dove ebbe inizio la liberazione del popolo d'Israele dall'Egitto. Simboleggia la vicinanza di Dio all'umanità oppressa e il primo passo verso la sua redenzione: nell'opera del Maestro si riflette richiamando anche la corona di spine, che è essa stessa un roveto ma che rappresenta un luogo di passione e, al contempo, un dono estremo di vita. A questo si collega il secondo simbolo, la Croce di Gerusalemme che evoca le cinque piaghe di Gesù, la sua sofferenza in profonda sintonia con il dolore dell'uomo. Queste croci portano incisi segni e lettere che danno voce ai pensieri e ai silenzi dell'uomo inchiodato ma che già splendono di una luce dorata, che anticipa l'alba di un nuovo giorno che priverà per sempre la morte del suo potere.

Ed è in questo che consiste la preghiera artistica del Maestro, che esprime il grido dei crocifissi che Cristo unisce a sé con la speranza della pace. Lui non abbandona nessuno nell'inferno terreno ma dal Roveto ardente, da cui ha ricavato la sua corona regale, fa risuonare la sua voce: "Io sono il Dio di tuo padre, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe", il Dio di ogni popolo, che non permetterà che i suoi figli precipitino nella notte senza fine.

A questa promessa risponde un'altra voce: "Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito" (Lc 23,46). Questa è la voce di Cristo ma anche quella dell'artista che invita tutti a far sentire la propria voce: "Ci consegniamo a te, Signore, donaci la tua Pace che riconcilia i cuori dei fratelli e apre al tuo futuro".

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