La frenata dell'economia, la mancanza di chiarezza sui tempi della transizione verso nuove forme di alimentazione, la demonizzazione ideologica che si è abbattuta sui motori diesel, l'incertezza sugli effetti di un provvedimento punitivo come l'ecotassa: sono alcune delle cause che hanno determinato il crollo delle vendite di auto a gennaio in Italia. Il -7,5% parla chiaro, le famiglie italiane, oltre a non essere aiutate a liberarsi della vecchia automobile (gli ecobonus per chi acquista una macchine elettrica non serviranno a invertire la tendenza) temono di fare scelte penalizzanti. E così si continua a rinviare il possibile acquisto di un veicolo in linea con i limiti alle emissioni e più sicuro.
Gli indicatori, a questo punto, vedono un 2019 «con un moderato calo sul 2018», precisa il Centro studi Promotor. Unrae, in proposito, stima una flessione dell'1,1% a 1,85 milioni di unità. Federauto, mentre ricorda che il 48% dei concessionari ha chiuso per colpa della precedente crisi economica, punta il dito contro le scelte politiche del governo, temendo un ulteriore aggravamento della situazione.
Un segnale di come la criminalizzazione nei confronti dei motori diesel (-31%) stia colpendo nel segno, arriva dal sorpasso, avvenuto in gennaio, da parte dell'offerta di auto a benzina (+28%). Era dal settembre del 2003, ricorda Anfia, che non accadeva. In percentuale, il diesel vale ora il 41% delle immatricolazioni e il benzina il 45%. In crescita le alimentazioni alternative (elettrico e ibrido), a eccezione del metano. Deve far riflettere anche il -28,4% registrato da Fca il mese scorso: a salvarsi è solo il marchio Lancia, in pratica la Y, con +55,3%. Negativa, invece, la «locomotiva» Jeep (-16,1%). In debito di ossigeno anche Fiat (-29,2%), Alfa Romeo (-45,3%) e Maserati (-36,1%).
Dati che si sommano ai timori espressi dai sindacati su come e quando il Lingotto possa rivedere il piano di investimenti (5 miliardi) per l'Italia come risposta alle decisioni prese dal governo: il malus che partirà il primo marzo prossimo sui veicoli con emissioni di CO2 oltre 161 grammi/km. Per l'auto sarà un anno difficile e per il gruppo Fca, nella delicata fase di passaggio al nuovo corso (motori ibridi ed elettrici, arricchimento della gamma), altrettanto.
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