Fca si lascia alle spalle la giornata nera di mercoledì 25 luglio, giorno del decesso dell'ex ad Sergio Marchionne coinciso con il taglio degli obiettivi 2018 annunciato dal nuovo ad, l'inglese Maike Manley. In accelerazione soprattutto le macchine agricole di Cnh Industrial, al cui vertice John Elkann ha voluto una donna, Suzanne Heywood: l'exploit di ieri ha visto le azioni crescere del 10,6%, attestandosi a quota 9,95 euro. Risalgono anche Ferrari (+2,5% a 114,7 euro) e la holding Exor (+3,9% a 55,74 euro).
A premiare Cnh Industrial, di cui Marchonne era presidente, gli obiettivi 2018 rivisti in rialzo. In particolare, restano invariati i ricavi netti delle attività industriali a circa 28 miliardi di dollari, mentre il risultato diluito per azione adjusted è stimato in aumento tra 0,67 e 0,71 dollari per azione e l'indebitamento netto industriale in miglioramento, a fine anno, tra 0,7 e 0,9 miliardi di dollari. Nel semestre, inoltre, l'utile netto è cresciuto a 610 dai precedenti 282 milioni.
Tornando al mercoledì nero, Roberto Russo, ad di Assiteca Sim, prova a spiegare le ragioni del debutto, con il crollo del titolo di oltre il 15%, del nuovo ad di Fca, Manley.
«I dati del secondo trimestre, presentati in un clima a dir poco surreale - osserva l'esperto - si prestano a una duplice interpretazione: da un lato 29 miliardi di fatturato, 1,65 miliardi di ebit, 981 miliardi di utile netto e, per la prima volta nella storia di Fca, la generazione di cassa positiva per 456 milioni, rappresentano la prova schiacciante dello straordinario lavoro del team guidato fino a qualche giorno fa da Marchionne; dall'altro - aggiunge Russo - la revisione al ribasso delle stime del management a fine 2018 (ricavi 115/118 miliardi, ebit adjusted 7,5/8 miliardi, produzione di cassa 3 miliardi), numeri comunque straordinari, rappresentano una novità del tutto inattesa dagli analisti, tanto che qualche malizioso ha ipotizzato che Manley abbia volutamente ridotto le valutazioni per far bella figura in futuro, temendo il duro confronto con il compianto maestro».
«Se andiamo ad analizzare nel dettaglio tali cifre - prosegue l'analisi dell'ad di Assitec Sim - va evidenziato come l'ebit, cioè l'utile prima di interessi e tasse, abbia subito un contributo negativo in particolare all'interno delle aree geografiche Apac (Asia-Pacifico) ed Emea (Europa, Africa e Medio Oriente) e, infine, da Maserati; al contrario, l'utile netto, stimato pari a 5 miliardi, alla fine del 2018 non è stato revisionato al ribasso, a conferma che l'effetto negativo della riduzione delle stime riguarda solo delle svalutazioni una tantum che, di fatto, non avranno alcun reale peso sulla redditività prospettica dell'azienda. Per chi ha i nervi saldi, probabilmente il tonfo del titolo del 25 luglio ha rappresentato un'opportunità di acquisto di medio/lungo termine molto interessante».
Il mercato, intanto, all'indomani della prima conference call di Manley, ha rivisto alcuni prezzi obiettivi: da 22,50 a 20,50 euro (Banca Akros); da 22,70 a 20,10 euro (Mediobanca Securities); da 25 a 22 euro (Kepler Cheuvreux); da 21,80 a 19 euro (Equita).
Banca Imi, dal canto suo, precisa che «la recente scomparsa di Marchionne, i mancati risultati e le preoccupazioni sulla futura soluzione dei problemi in Cina potrebbero tenere sotto pressione le azioni di Fca». Ottimista è il commento di Mediobanca Securites, secondo cui «i problemi incontrati da Maserati sono temporanei, mentre il suo appel come quello del marchio Jeep (+35% nel secondo trimestre) sono in grado attirare un buon numero di potenziali acquirenti».
Dal governo gialloverde, infine, affiorano perplessità per l'elevato numero di manager esteri in Fca.
A Parlare è il sottosegretario allo Sviluppo, Dario Galli: «Marchionne garantiva una certa considerazione del nostro Paese, ovviamente un management totalmente straniero e un'azienda baricentrata soprattutto in America qualche preoccupazione la può dare».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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