L'ex Pd Soru nei guai per il crollo dell'Unità

Renato Soru, ex europarlamentare del Pd, è stato rinviato a giudizio per il fallimento del quotidiano. Viene accusato di bancarotta per distrazione e per dissipazione

L'ex Pd Soru nei guai per il crollo dell'Unità

Rinviato a giudizio l'imprenditore ed ex governatore della Sardegna Renato Soru. Questa la decisione presa dal gup di Roma, che nell'ambito del procedimento relativo al fallimento del quotidiano L'Unità (il crollo definitivo risale allo scorso 27 luglio 2022) ha deciso di fissare la prima data del processo al prossimo 13 febbraio 2023.

Oltre a Soru dovranno comparire in tribunale anche altri soggetti coinvolti. Le accuse mosse nei confronti dell'ex presidente della Regione Sardegna è quella di bancarotta per distrazione e per dissipazione. L'imprenditore deve pertanto rispondere del suo ruolo come gestore e socio del quotidiano nel periodo di tempo che intercorre fra il 2008 al 2015. Anche altri personaggi, come abbiamo anticipato, sono imputati per le medesime accuse.

Renato Soru, attualmente difeso dall'avvocato Fabio Pili, era già intervenuto sulla questione nei mesi scorsi. All'epoca dei fatti contestati, l'imprenditore militava come europarlamentare del Pd. Poi, nel 2017, le accuse formulate per il crac dell'Unità dalla Procura di Roma.

Secondo quanto ricostruito, Soru entrò nel gruppo de L'Unità rilevando le società Nie (Nuova iniziativa editoriale) e Nsef (Nuova società editrice finanziaria). La Nie si occupava di procedere con la pubblicazione del quotidiano, mentre la Nsef deteneva la proprietà dello stesso. Per 4 anni, dal 2008 al 2012, Soru fu azionista di maggioranza di entrambe lo società, senza però mai ricoprire incarichi amministrativi. Dal 2012, inoltre, le sue quote divennero minori.

Proprio su questo aveva puntato l'avvocato Pili, del tribunale di Cagliari.

Contattato da Sardinia Post, l'ex governatore della Regione Sardegna aveva dichiarato nel marzo scorso: “Vengo accusato per due fatti irragionevoli, io non ho mai toccato nemmeno una penna”.

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