
Coi morti non si scherza. Anzi, sì. Peccato che la satira europea vada troppo spesso fuori fase quando c'è di mezzo l'Italia, e non faccia più tanto ridere obbligando a scusarsi chi la propaga. Il video «satirico» di Canal+, rimosso dalla tv francese con tanto di lettera di discolpa all'ambasciatrice italiana a Parigi, è solo l'ultimo caso di ironia raffazzonata e dannosa che prende di mira il Belpaese a ogni accidente.
Dalla macabra copertina del settimanale francese Charlie Hebdo sul crollo del Morandi di Genova (quella del 23 agosto 2018 mostrava un'auto schiantata ai piedi del ponte e un migrante con ramazza sotto il titolo «Costruito dagli italiani... pulito dai migranti»), fino alla satira su Rigopiano e sul sisma di Amatrice con le vittime del terremoto incastrate tra le macerie definite «lasagne», basta un'emergenza per solleticare i peggiori istinti dei cugini francesi o degli amici tedeschi; guidati dal pregiudizio.
Charlie Hebdo non risparmia nessuno neppure in patria, ma quando nella vignetta del 31 agosto 2016 mostrò decine di persone sepolte da strati di pasta suscitò sdegno pressoché unanime. Il disegno di Felix fu condiviso da milioni di utenti anche in Italia aggiungendo dolore al dolore tra le famiglie delle vittime e il direttore Riss, anziché scusarsi, parlò di «cretinosfera» e «ospedale psichiatrico a cielo aperto». Spiegò che talvolta «bisogna trasgredire al tabù della morte» e dopo aver paragonato le vittime di Amatrice a un piatto di lasagne, sfoderò nuovamente il suo humour nero con la tragedia di Rigopiano mostrando la morte sugli sci con due falci al posto delle racchette, con su scritto: «Italia: la neve è arrivata. Non ce ne sarà per tutti». Era il gennaio 2017.
Il virus dell'ironia macabra è contagioso. Così fu anche per il dramma della Costa Concordia: Schettino è l'«italiano tipo», scrisse il tedesco Spiegel parlando di «provocazione un po' scorretta». È invece un'epidemia di ignoranza che infetta troppo spesso le redazioni tanto a Parigi, quanto a Londra o Berlino. Per non parlare dell'attacco scagliato dal settimanale tedesco contro l'Italia «scroccona» a danno dell'Ue nel 2019. Per la formazione del Conte I, lo Spiegel diede infatti libero sfogo al pregiudizio sul «carattere italiano» e il 2 giugno battezzò il governo M5S-Lega mostrando in prima pagina uno spaghetto a forma di cappio.
L'Economist parlò di Italia «Serva di due padroni», con Giuseppe Conte raffigurato nei panni di Arlecchino tra Di Maio e Salvini. Politicamente, scrisse il settimanale inglese, «in altri paesi Conte sarebbe un morto che cammina» a causa delle controversie sul suo cv gonfiato. Per il Frankfurter Allegemeine, l'Italia di quella stessa fase politica era invece un'Ape-car che si lancia da un burrone, il cui conducente fa il gesto dell'ombrello. Titolo oltremodo apocalittico: «Mamma mia!».
Ancora più dura la vignetta della Suddeutsche Zeitung, che immaginava l'Italia come un malato nelle mani dei dottori Peste e Colera.
La copertina più celebre resta forse quella pubblicata il 25 luglio del '77 sempre dallo Spiegel: il piatto di spaghetti con una pistola sopra e la scritta «Urlaubsland Italien» ("Italia Paese da vacanza"). Certa «satira» anti-italiana non perde il vizio.
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