Cronache

Cronista senza vita vicino alla sua auto: il giallo di una telefonata "fantasma"

Ha chiesto aiuto per essersi perso, ma sul cellulare non risulta

Cronista senza vita vicino alla sua auto: il giallo di una telefonata "fantasma"

Roma Una telefonata fantasma, la rubrica vuota, la cinta dei pantaloni slacciata. Chi doveva incontrare Giuseppe Catalano, la «firma» del settimanale «L'Espresso» da tempo in pensione ma sempre in prima linea sui misteri d'Italia? Doveva consegnare a qualcuno dei documenti segreti sopra il bunker nazifascista del Soratte? O il suo era solo un appuntamento galante? Mentre si attendono i risultati dell'autopsia che verrà eseguita oggi al policlinico Gemelli, la Procura di Tivoli indaga su varie piste.

Troppi gli elementi che non tornano, a cominciare dal cellulare resettato e dal quale non sarebbe partita alcuna telefonata. Eppure un antennista romano, intervenuto giovedì in casa Catalano per un problema al televisore, avrebbe messo a verbale: «Mi ha chiamato dicendomi di essersi perso, ma non lo potevo aiutare, ero fuori città». Perché Catalano avrebbe dovuto chiedere aiuto a uno sconosciuto a oltre 80 chilometri di distanza dalle campagne di Sant'Oreste? Niente navigatore? Se il cronista in pensione aveva la rubrica del telefonino azzerata, non avrebbe potuto fare semplicemente il 112? In attesa della perizia e dei tabulati i carabinieri di Rignano Flaminio, assieme al nucleo operativo Ostia, stanno ricostruendo le ultime ore di vita del cronista, famoso per i suoi articoli al veleno su servizi segreti, trame nere e strategia della tensione.

Catalano firma anche le inchieste più insidiose sulla morte di Pasolini e di Enrico Mattei. Sarà ancora un caso ma il monte Soratte e il vicino reatino è un territorio da sempre scelto come base operativa di gruppi legati alla destra eversiva. Cosa ci era andato a fare Catalano la sera di venerdì? Altro mistero, le ferite riportate. Da un primo esame del medico legale il 77enne ha solo alcune escoriazioni e ustioni alla mani. La sua Smart esce di strada, da un viottolo sterrato, e precipita lungo le pareti scoscese di un pendio. Un volo di 250 metri. Percorre 40 metri esatti e si adagia a terra supino, pantaloni calati, colto da malore.

Chi gli abbassa i pantaloni e perché? Un tentativo maldestro di far credere che l'uomo si era appartato con qualcuno? La sua abitazione a Roma, Tomba di Nerone, è nel caos tanto che non si capisce se sia stata messa a soqquadro o sia in stato di abbandono. Mancano delle carte?

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