"Crowdfunding" del Giornale: obbiettivo India

Al via il nuovo "crowfunding": vogliamo andare in India a vedere con i nostri occhi e poi raccontare quello che accade, come abbiamo già fatto in Siria, Iraq, Africa, Ucraina... grazie al sostegno di voi lettori

"Crowdfunding" del Giornale: obbiettivo India

L'India è un grande e contradditorio Paese, dove la crescita economica degli ultimi anni non ha contribuito molto allo sviluppo sociale e ai diritti delle persone. Anzi, oggi possiamo dire che sotto certi aspetti, come quello religioso, lo Stato laico nato con la costituzione del 1950 ha fatto un passo indietro. Il premier nazionalista indù Narendra Modi, trionfatore nelle elezioni dello scorso anno, appare in forte difficoltà: l'entusiasmo degli investitori stranieri è crollato, mentre sul fronte interno deve fare i conti con gli agricoltori e con molti industriali che accusano il governo di non aver fatto nulla per creare nuovi posti di lavoro. Come accade anche in altri Paesi, quando i leader sono pressati dal malcontento popolare si affidano spesso al nazionalismo: per Modi è stata naturalmente una scelta ovvia. Anche se il premier ha abbandonato i toni incendiari della campagna elettorale, il nazionalismo indù ha avuto un forte incoraggiamento durante i suoi primi mesi di governo. Le pesanti campagne per convertire i cristiani e i musulmani, note come «ghar wapasi» (ritorno a casa), hanno oltrepassato il limite, tanto che sia la chiesa cattolica sia quella protestante hanno reagito, accusando il premier di dare «tacito supporto» alle conversioni religiose.

L'India è anche sotto i riflettori per gli innumerevoli episodi di violenza, legati al rigido sistema sociale. Le violenze sulle donne, in questo gigantesco Paese con oltre un miliardo e 200 milioni di abitanti, sono all'ordine del giorno. Qui si registra uno stupro ogni 22 minuti, e parliamo solo di casi denunciati. Numeri da far paura, tanto che un sondaggio di Thompson Reuters definisce l'India il quarto Paese più pericoloso al mondo per le donne e il peggiore del G-20. Un quadro sconfortante e cupo, d'altronde, l'abbiamo scoperto a nostre spese con la vicenda dei due marò: dopo tre anni e mezzo, tra carcere e soggiorno obbligato in India, i giudici non hanno mai formulato un'incriminazione, violando non solo le norme internazionali ma anche i semplici diritti umani.

È proprio per questi motivi che vogliamo andare in India a vedere con i nostri occhi e poi raccontare quello che accade, come abbiamo già fatto in Siria, Iraq, Africa, Ucraina... grazie al sostegno di voi lettori. La vostra curiosità e la vostra sete di conoscere sono andate di pari passo con il vostro aiuto concreto ai reportage degli Occhi delle Guerra , l'iniziativa del Giornale.it per raccontare gli avvenimenti nelle zone calde del mondo.

Vi chiediamo perciò di sostenere anche oggi il nostro reportage in India. Potete farlo andando sul sito: www.gliocchidellaguerra.it oppure tramite bonifico a: IT43L0503401633000000004244 (causale: reportage Occhi della guerra).

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