Csm, aria d'intesa tra centrodestra e Renzi

Con 8 laici "garantisti", la scelta del vicepresidente toccherebbe ai moderati

Csm, aria d'intesa tra centrodestra e Renzi

«Sarebbe un'occasione d'oro per riformare davvero la giustizia». C'è una partita delicatissima che finora si è giocata sotto traccia: la nomina dei dieci membri laici del Csm, oggi in regime di prorogatio causa crisi di governo. Tutto dipenderà dalla capacità del centrodestra di trovare un'intesa con le opposizioni, forte di 352 voti rispetto ai 360 necessari (pari ai tre quinti dell'intero Parlamento). I numeri sono spietati: servono 16 voti per avere il vicepresidente, dei 20 membri del Csm già eletti il bilancio recita 12 a 8 per le correnti di sinistra. A dettare legge sono ancora loro, a dispetto dei proclami («il problema sono i gruppi di potere, non le correnti») del capo dell'Anm Giuseppe Santalucia.

Il Parlamento può spostare al centro la vicepresidenza del Csm, oggi in mano all'ex renziano Davide Ermini. Il centrodestra ne esprimerà sette (tre a Fratelli d'Italia, due ciascuno a Lega che punta su Francesco Urraro e Forza Italia), le opposizioni uno a testa tra Pd, M5s e Azione-Italia viva, con in corsa Lucia Annibali. Il Pd non fa mistero di puntare sull'ex Guardasigilli Marta Cartabia: una carta forte per la vicepresidenza, che non dispiace al Quirinale ma che potrebbe trovare molte resistenze tra i togati, soprattutto quelli di Magistratura indipendente, rimasti all'asciutto di posti chiave durante il mandato del ministro della Giustizia del governo guidato da Mario Draghi, a differenza della corrente di sinistra Area, che conta su qualche capo di gabinetto nei ministeri chiave. I Cinque stelle puntano sull'altro ex Guardasigilli Alfonso Bonafede, anche se in teoria il grillino non avrebbe i requisiti minimi dei quindici anni di avvocatura, visto che l'esercizio della funzione di avvocato di Bonafede è stata congelata quando era Guardasigilli. Ma tant'è. «Centrodestra e Terzo polo sulla carta hanno i numeri per eleggerli tutti», ragiona con il Giornale un politico di lungo corso impegnato nelle trattative: «Certo, il capo dello Stato non lo permetterebbe mai. Ma sul candidato del Terzo polo (che potrebbe essere in quota Matteo Renzi) i margini per una candidatura di un garantista ci sono tutti». Se la casella toccasse ai renziani il nome che gira è quello di Pieremilio Sammarco, avvocato romano e professore di diritto all'università di Bergamo e figlio dell'ex presidente del Tribunale di Roma. Peraltro, anche sulla scelta di Carlo Nordio come Guardasigilli il Terzo polo ha lanciato segnali di distensione: «L'abbiamo invitato alla Leopolda, Nordio ha sempre detto cose che ho condiviso», scrive sui social il presidente di Italia Viva, Ettore Rosato. Lo stesso Matteo Renzi nell'intervista al Giornale dei giorni scorsi ha mandato segnali inequivocabili: «Questo è il Csm più squalificato della storia repubblicana, servono personalità di spiccata cultura garantista». «Ma se il centrodestra vuole che Palazzo de' Marescialli sia guidato da un vicepresidente garantista serve un accordo con Azione-Iv che ha 30 seggi». Il centrodestra ha in mano le carte giuste.

I candidati più spendibili per la prestigiosa poltrona sono di Forza Italia: l'ex sottosegretario alla Giustizia Francesco Paolo Sisto (nella foto), il ministro delle Riforme Elisabetta Alberti Casellati e Pierantonio Zanettin, già al Csm dal 2014 al 2018. Sarà la volta buona?

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica