
Il Csm attacca il ministro della Giustizia Carlo Nordio per difendere il cognato del deputato grillino. Si riaccende lo scontro tra toghe e governo. Il 16 luglio scorso Raffaele Piccirillo, magistrato della Corte di Cassazione, a lungo dirigente apicale del ministero della Giustizia, in un'intervista a Repubblica, metteva in fila tutti gli errori del Guardasigilli Carlo Nordio sul caso Almasri. Una critica (legittima) violentissima contro l'operato del ministro. Tant'è che Nordio, qualche giorno dopo ha rimesso in riga il magistrato. Lesa maestà. Immediata si mette in moto la macchina da guerra di sinistra e toghe contro il ministro. Al punto che il Csm, in tempi record e con una coda di polemiche per la protesta dei componenti laici, approva una pratica in difesa di Piccirillo. Tutto secondo copione. Peccato che a nessuno sia venuta in mente l'idea di porre alcune domande alla toga che attacca il governo Meloni. Partendo innanzitutto dei propri legami familiari. Al Giornale risulta infatti che Piccirillo, che bombarda il ministro Nordio, sia il cognato di un parlamentare del M5s, il deputato Federico Cafiero De Raho, anche quest'ultimo ex magistrato, in passato numero uno della Procura nazionale Antimafia. Qual è la parentela tra De Raho e Piccirillo? Sono cognati. Il deputato grillino (Cafiero De Raho) ha sposato Paola Piccirillo, sorella della toga anti-Nordio. La stessa Paola Picciriello è un noto magistrato, oggi a capo di un collegio della Corte di Appello di Napoli. E non c'è solo un legame familiare tra il mondo grillino e Piccirillo. Il magistrato di Cassazione fu scelto infatti come capo di gabinetto del ministro dei Cinque stelle Alfonso Bonafede. Diventando, durante i governi grillini, il braccio destro di dj Fofò. Nei giorni in cui si confezionavano leggi che i renziani come Ernesto Carbone (oggi al Csm) attaccavano duramente. Andando indietro nel tempo, si scopre anche un altro legame tra Piccirillo e un ministro Pd. Ai tempi in cui in via Arenula c'era il democratico Andrea Orlando, Piccirillo fu piazzato alla direzione generale degli Affari penali. Semplici coincidenze. Ieri il Csm ha approvato a maggioranza la delibera per l'apertura di una pratica a tutela di Piccirillo, ribandendo "la gravità delle affermazioni rese dal ministro della Giustizia, per il loro potenziale impatto sulla fiducia dei cittadini nella funzione giudiziaria; ritiene che esse siano idonee a condizionare il sereno e indipendente esercizio della giurisdizione". Nordio però non arretra: "Sul dottor Raffaele Piccirillo, magistrato in servizio in un ufficio di altissima responsabilità, rilevo ancora una volta che si è pronunciato nel merito di un giudizio in corso davanti al tribunale dei ministri, dove io sono indagato. Inoltre si è espresso in termini critici nei confronti della Procura Generale di Roma e della stessa Corte d'Appello. Non mi risulta che a tutela di questi magistrati sia stata aperta una pratica". La delibera del Csm in favore del cognato del parlamentare del M5s ha fatto risalire la tensione tra esecutivo e magistratura, all'indomani del via libera alla riforma che introduce la separazione delle carriere. I componenti laici del Csm si sono astenuti al momento del voto, garantendo comunque il numero legale.
Nello scontro si è inserita anche la prima presidente della Corte di Cassazione Margherita Cassano (non nuova ad attacchi al governo) che nel suo intervento al plenum del Csm ha bollato "come incomprensibili le accuse di Nordio alla sezione disciplinare del Csm".