Le Regioni in allarme anticipano la stretta. Ipotesi lockdown nei fine settimana e nessuna zona gialla

Il Cts propone misure simili a quelle di Natale. Scuola verso la Dad a oltranza, niente ritorno a musei, cinema e teatri. Lungomare e parchi off limits in Campania, a Bari negozi aperti fino alle 19. Il Piemonte blocca i ricoveri non Covid

Le Regioni in allarme anticipano la stretta. Ipotesi lockdown nei fine settimana e nessuna zona gialla

Con 253 nuovi ingressi ieri nelle terapie intensive e 11 Regioni sopra la soglia critica di occupazione del 30 per cento dei reparti d'emergenza, la stretta sugli spostamenti e le interazioni sociali per i «tecnici» è inevitabile. Il Comitato tecnico scientifico aveva lanciato l'allarme settimane fa: dopo lo sbarco delle varianti in Italia non si dovevano allargare le maglie. Troppo alto il rischio che il virus sfuggisse di nuovo al controllo. Con un'aggravante: se le strutture sanitarie entrano di nuovo in saturazione si compromette la campagna vaccinale. E i dati dell'Agenas, Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, confermano l'impennata dei ricoveri e lo stress delle terapie intensive occupate da pazienti Covid al 67 per cento in Molise, 57 in Umbria, 54 a Trento, 43 in Lombardia. Ben oltre la soglia critica del 30%.

Riportare l'Rt, l'indice di trasmissione, sotto l'1 e il numero dei nuovi positivi a 50 per 100mila abitanti per ripristinare la tracciabilità dei contagi appaiono al momento obbiettivi irraggiungibili: il virus continua ad essere più abile e più veloce rispetto a chi sta cercando di fermarlo. Ieri registrati 22.409 nuovi positivi con un rapporto positivi tamponi in salita al 6,2 per cento e 332 vittime. Se si arriva a 30mila nuovi contagi al giorno per il Cts si dovrebbe ripetere un lockdown nazionale.

L'elenco delle misure di contrasto alla pandemia raccomandate dal Comitato tecnico scientifico che ieri era sul tavolo per il vertice del governo con la cabina di regia non si discosta sostanzialmente dall'impianto del sistema a colori, lo rende però più severo. Le restrizioni ai contatti sociali aumentano e di fatto si propone di eliminare le zone gialle: tutti in arancione o rosso. Tranne la bianca Sardegna.

«Occorre ridurre il più possibile le interazioni fisiche interpersonali, sono quelle che possono divenire un veicolo per il contagio», avverte Massimo Antonelli, direttore dell'unità di Anestesia e rianimazione del Policlinico Gemelli di Roma e componente del Cts. I tecnici, spiega il professore hanno suggerito di «applicare, similmente a quanto avvenuto nel periodo natalizio, misure per contenere la circolazione nei giorni festivi e prefestivi» anche nella zona gialla.

Quindi si chiede il passaggio in automatico in zona rossa con 250 positivi per 100mila abitanti. Blocco di tutti gli spostamenti e scuole chiuse, il cosiddetto «modello Codogno». Stop alle visite a parenti e amici anche in zona gialla e lockdown nel week end per tutti a prescindere dal colore, bar e ristoranti aperti soltanto per l'asporto anche a pranzo. Sconsigliata ovviamente anche la riapertura di cinema e teatri in zona gialla a partire dal 27 marzo. E per le scuole si profila nelle zone rosse e arancioni a rischio una dad a tempo indeterminato.

Il nodo cruciale, quello del ritardo dei dati nella loro acquisizione ed elaborazione resta sospeso: i provvedimenti arrivano sulla base di report che fotografano una situazione che nella realtà è già superata dove il virus è molto più diffuso. Basti pensare che quando c'è stato il picco di ricoveri in intensiva il 3 aprile di un anno fa, 4.068, rispetto al giorno precedente i posti letto occupati erano 15 in più. Ieri rispetto al giorno precedente erano 71.

Molte Regioni comunque procedono autonomamente con le chiusure. In Piemonte gli ospedali hanno dovuto sospendere tutti i ricoveri non Covid. Il presidente dell'Ordine dei medici di Torino, Guido Giustetto, chiede di istituire «immediatamente» la zona rossa nella Regione definendo il sistema attualmente in vigore «demenziale perché si interviene quando la situazione è ormai fuori controllo». Anche in Puglia il governatore Michele Emiliano di fronte a una «crescita vorticosa dell'epidemia» prevede un passaggio in zona rossa in tempi stretti (con restrizioni locali già scattate) anche perché a Bari e Taranto i posti letto dedicati al Covid sono esauriti.

La Campania chiude piazze, lungomare e mercati da oggi fino al 21 marzo. Preoccupano i dati lombardi: 313 i positivi su 100mila abitanti. Addirittura 580 nella zona di Brescia. L'indice di trasmissione è salito all'1,25. Numeri da zona rosso scuro.

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