Non c’è solo il Venezuela. Con il giallo della presunta valigetta con 3,5 milioni di euro che - secondo il quotidiano spagnolo Abc - sarebbe stata inviata nel 2010 dal regime di Nicolas Maduro al partito fondato da Beppe Grillo e Davide Casaleggio e le dichiarazioni che potrebbe fare a Miami Alex Saab, l’uomo d’affari colombiano vicino al governo chavista appena estradato negli Usa. A dispetto del percorso atlantista intrapreso negli ultimi anni dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio, la nascita e l’ascesa del M5s sono state contraddistinte dalle polemiche sui rapporti con alcuni dittatori in giro per il mondo. Dalla Cina di Xi Jinping all’Iran degli ayatollah fino ad altri discussi leader sudamericani come il boliviano Evo Morales e alla Cuba castrista. Sul Dragone c’è stata una vera e propria inversione di rotta, culminata con gli accordi della Via della Seta, partita nel 2018 quando i grillini sono arrivati al governo. Agli esordi del Movimento, Grillo dal suo Blog non risparmiava attacchi feroci a Pechino. Poi l’atteggiamento è cambiato. Sul Blog del fondatore compaiono da tre anni articoli celebrativi sulle mirabilie del regime erede del maoismo. A febbraio del 2020, per esempio, il Garante vaticinava: «Coronavirus: la Cina ne uscirà più forte».
Quindi i faccia a faccia con l’ambasciatore cinese a Roma Li Junhua. Due incontri top secret a fine novembre 2019. Più di recente la visita privata del 12 giugno scorso. In quella circostanza l’annunciata presenza dell’allora leader stellato in pectore Giuseppe Conte scatenò una polemica, costringendo l’ex premier ad annullare l’appuntamento all’ultimo minuto. Andando indietro nel tempo, la prima testimonianza di un contatto tra il M5s e la Cina è datata 24 giugno 2013. È una foto scattata negli uffici milanesi della Casaleggio Associati. Si vedono Grillo, Gianroberto Casaleggio e l’ambasciatore Ding Wei. Il capitolo - Pechino è arricchito dalle polemiche per l’intervento del Ceo di Huawei Italia Thomas Miao a un evento della Srl di Davide Casaleggio a novembre del 2019. E non bisogna dimenticare la sottoscrizione da parte di Grillo di un documento «negazionista» sulla repressione nello XinJiang. Il rapporto, datato maggio 2021, è stato firmato anche dal senatore Vito Petrocelli, presidente della commissione Esteri a Palazzo Madama. Lo stesso Petrocelli ad aprile è stato in visita in Azerbaijan, paese governato dalla dinastia degli Aliyev a partire dalla caduta dell’Urss.
Il senatore ha incontrato in missione ufficiale, ad aprile del 2019, tra gli altri il ministro degli Esteri di Teheran Javad Zarif. In un’intervista concessa a Repubblica a giugno, Petrocelli ha spiegato che l’Italia dovrebbe essere «il miglior riferimento» per Cina e Iran. A novembre 2019 anche il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano ha avuto un incontro molto amichevole con l’ambasciatore iraniano a Roma. Alessandro Di Battista è da sempre tenero con l’Iran, nazione da cui ha scritto una serie di reportage a febbraio del 2020. Tristemente memorabile l’intervento di Dibba del 16 agosto 2014 - in piena ascesa dell’Isis - sul Blog di Grillo. Un invito a «smetterla di considerare il terrorista un soggetto disumano con il quale nemmeno intavolare una discussione». E poi i convegni filo-Maduro alla Camera come quello del 2015 organizzato insieme a Di Stefano. Quest’ultimo nel 2017 sarebbe andato in visita a Caracas con Petrocelli. L’ultima prodezza è del 18 luglio scorso.
Sul Blog del fondatore del M5s appare un articolo del teologo brasiliano Frei Betto. Una difesa a spada tratta del regime castrista di Cuba. «La Rivoluzione cubana vi assicurerà tre diritti umani fondamentali: cibo, salute e istruzione, oltre a casa e lavoro», si legge. Più chiaro di così...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.