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"Cyber attacchi preventivi Nato". Ira dello Zar contro Cavo Dragone

L'ammiraglio del Comitato militare dell'Alleanza apre a una strategia più aggressiva verso Mosca. Il Cremlino: "Provocazione irresponsabile". Anche la Lega all'attacco

"Cyber attacchi preventivi Nato". Ira dello Zar contro Cavo Dragone
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L'ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone ha comandato i corpi speciali e con Zelensky si è fatto fotografare in mimetica. Da gennaio è presidente del Comitato militare della Nato, dopo l'incarico di capo di stato maggiore della Difesa italiana. Le sue parole al Financial Times su un approccio più "aggressivo" della Nato e un possibile "attacco preventivo" contro la guerra ibrida scatenata dai russi ha sollevato l'ira di Mosca. E la reazione della Lega sui social: "Mentre Usa, Ucraina e Russia cercano una mediazione, gettare benzina sul fuoco con toni bellici o evocando attacchi preventivi significa alimentare l'escalation. Non avvicina la fine del conflitto: la allontana. Serve responsabilità, non provocazioni".

Cavo Dragone (nella foto qui sotto) spiega che "stiamo studiando tutto. Sul fronte informatico, siamo in un certo senso reattivi. Essere più aggressivi o proattivi invece che reattivi è qualcosa a cui si sta pensando". E aggiunge che "un attacco preventivo" potrebbe essere considerato "un'azione difensiva" specificando subito che "è ben lontano dal nostro normale modo di pensare e comportamento".

L'ammiraglio, ripreso sulla prima pagina del Financial Times, rincara la dose sostenendo che "essere più aggressivi rispetto all'aggressività della nostra controparte può essere un'opzione". Però ci sarebbero non pochi ostacoli come "il quadro legale, giurisdizionale e chi lo farebbe?". Il presidente del Comitato militare della Nato ammette che i membri dell'Alleanza atlantica hanno "molti più limiti rispetto alla nostra controparte a causa dell'etica, della legge, della giurisdizione. È un problema". L'ammiraglio specifica: "Non voglio dire che sia una posizione da perdente, ma è più difficile" rispetto ai russi.

Inevitabile reazione piccata di Mosca attraverso la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova (foto a destra): "Un passo estremamente irresponsabile, che dimostra la volontà dell'Alleanza di continuare l'escalation. La consideriamo un tentativo deliberato di minare gli sforzi volti a risolvere la crisi ucraina". Il conflitto ibrido, però, è un dato di fatto: guerra elettronica che acceca i gps e interferisce con i voli civili, 25 sabotaggi nei primi sei mesi dell'anno e attacchi informatici contro infrastrutture critiche. Per non parlare dei misteriosi droni nei cieli europei, che bloccano gli aeroporti e le 400 violazioni dello spazio aereo Ue dei caccia russi lo scorso anno. L'ultima trovata è l'ondata di palloni aerostatici dalla Bielorussia, che ha costretto la Lituania a chiudere il confine. La dottrina militare Usa prevede attacchi preventivi a cominciare da offensive cyber.

La risposta dei grandi Paesi europei è il proverbio latino "se vuoi la pace prepara la guerra". La Germania punta a quasi 100mila effettivi in più nelle Forze armate, oltre a 200mila riservisti, per il 2035. Il cancelliere Friedrich Merz ha annunciato che "vogliamo fare delle Bundeswehr l'esercito convenzionale più forte dell'Ue". La Polonia è la nuova Prussia con quasi il 5% del Pil per la Difesa e l'obiettivo di raddoppiare i soldati fino a 300mila uomini. Il riarmo prevede 1.000 carri armati, 50 caccia F-35 e 500 lanciarazzi Himars.

Il nuovo rapporto strategico inglese, 140 pagine di raccomandazioni, ribadisce che la Gran Bretagna deve essere "pronta a combattere una guerra" in Europa o nell'Atlantico. Il governo di Londra si doterà di una dozzina di sottomarini d'attacco nucleari e sta valutando ci acquistare nuovi bombardieri strategici in grado di sganciare bombe atomiche. Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha appena annunciato una nuova leva volontaria di 10 mesi a partire dall'estate del prossimo anno. Lo scopo è arrivare a 50mila riservisti nel 2035. Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, sta studiando qualcosa del genere. Il Capo di stato maggiore, Luciano Portolano, ha previsto 30-35mila volontari suddivisi in riserva operativa come supporto diretto alle Forze armate.

Riserva specialistica per compiti più avanzati nella difesa cyber, operazioni spaziali e intelligenza artificiale. E la terza costola della riserva territoriale con funzione di supporto locale anche nel presidio delle infrastrutture strategiche.

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