Cronache

Dai Cobas agli anarchici fino al popolo di Greta: la protesta invade Roma (ma senza fare danni)

Slogan e cori senza particolari scontri. Non si vedono i temuti black bloc

Dai Cobas agli anarchici fino al popolo di Greta: la protesta invade Roma (ma senza fare danni)

Roma. Tutti contro il G20 e i grandi della Terra. Sfilano in 10mila, protetti da un cordone di polizia e carabinieri senza precedenti, gli attivisti ambientalisti comunisti di ogni sigla. Dai Cobas agli anarchici, dai marxisti leninisti, agli studenti col pugno alzato seguaci di Greta Thunberg. In piazza anche i No Vax. Di tutto un po', insomma.

Uno dei cortei più temuti, quello di ieri pomeriggio in piazzale Ostiense, diretto alla Bocca della Verità passando per il Lungotevere Testaccio. Temuto dalle forze dell'ordine che si aspettavano infiltrati da Francia, Austria e Germania. Ma dei black bloc, fortunatamente, neanche l'ombra. Poco più di duecento, invece, nell'altra piazza «calda» della capitale, San Giovanni, dove hanno manifestato i comunisti italiani di Marco Rizzo contro la politica economica delle grandi banche, le delocalizzazioni, il precariato.

I più agguerriti contro il G20, però, sfilano all'ombra della Piramide Cestia. Tamburi e fumogeni colorati, gli attivisti dell'ambiente attaccano i potenti del vertice all'Eur. «Ammettete le vostre responsabilità e levatevi dal c o saremo costretti a obbligarvi dopo», scrivono su uno striscione. Accanto gli anarchici: «Immigrati salvateci dagli italiani», seguito dalla A cerchiata. Un melting pot all'amatriciana: nel corteo la comunità di cittadini sudanesi in Italia che denuncia violazioni dei diritti umani da parte dei militari. «I am the Sudan Revolution», gridano.

E ancora i No green pass: «Ignobile ricatto e repressione, privazione dei diritti umani», su un cartello di un'attivista. C'è anche un gruppo che protesta per la liberazione di Leonard Peltier, un nativo americano da 40 anni in prigione negli Stati Uniti. Poi arrivano gli oppositori di Recep Erdogan: «La Turchia usa armi chimiche. Fermare la guerra sporca, fuori la Turchia dall'Iraq e dalla Siria». Agli agenti schierati con caschi e scudi gridano: «Pagherete caro, pagherete tutto», un ever green. Un anarchico su una sedia a rotelle attacca i potenti della Terra: «Criminali, maledetti assassini di poveri, devastatori del pianeta. Il nostro odio (non era una risata? ndr) vi seppellirà». Poi i bambini: «Il mio futuro non sarà roseo se non sarà verde», mostra una ragazzina accompagnata dalla mamma.

Qualcuno distribuisce il giornale de «La Comune», altri ballano al ritmo di musica techno «sparata» da woofer su un camion alla testa del corteo. Si canta persino «Montagne Verdi» di Marcella Bella, rivista e (s)corretta. «Voi G20, noi il futuro», lo striscione che segue quello dei Cobas che invocano lo sciopero generale. Qualcuno ricorda vecchi slogan degli anni di piombo. «G20 imperialista. Miseria, guerre, pandemia, distruzioni, per i profitti dei padroni. Unità, Internazionalismo, Rivoluzione». Non mancano gli spot pubblicitari.

«La crisi climatica ed ecologica ti preoccupa? Non sai cosa fare? Unisciti a Extinction Rebellion», volantina un ragazzo.

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