Dai referendum alla tv, è il Movimento Giravolta

I Cinquestelle duri e puri sono un ricordo sbiadito. Oggi sono diventati politicanti professionisti

Dai referendum alla tv, è il Movimento Giravolta

Roma Da puristi a tradizionalisti: la svolta del M5S si è compiuta con il via libera alla costruzione del nuovo stadio a Roma. E non è un caso che la decisione di Beppe Grillo e del sindaco della Capitale Virginia Raggi sia stata contestata dalla base degli attivisti grillini. L'ok al nuovo tempio del calcio della Roma segna il passaggio, definitivo, del M5S nella sfera dei partiti tradizionali, chiudendo un processo di normalizzazione cominciato nel febbraio del 2013, all'indomani dell'approdo in Parlamento.

Il «cemento» non è più considerato un «virus» per gli interpreti del pensiero grillino anche se sia il sindaco Raggi che il vicepresidente della Camera Luigi di Maio hanno chiarito come l'impianto sportivo che sorgerà a Tor di Valle abbia una cubatura inferiore al progetto originario. E nemmeno i tassisti sono più «casta» da cancellare ma una categoria da difendere. Il si al nuovo stadio fa cadere un altro pilastro (forse l'ultimo), quello dell'ambientalismo intransigente, su cui si reggeva la «rivoluzione dolce» teorizzata da Gianroberto Casaleggio.

In uno dei suoi visionari libri, Veni vidi web, il guru di Grillo ipotizzava le città ecosostenibili. Peccato che la Raggi non abbia letto gli scritti di Casaleggio e si appresti a realizzare, come prima opera pubblica, uno stadio. Anzi, forse due perché il presidente della Lazio Claudio Lotito ha già chiesto una struttura sportiva anche per i biancocelesti. La svolta di Tor di Valle segna per il M5S il naturale passaggio da movimento a partito. A forza politica tradizionale con le stesse regole. La metamorfosi era già in atto da tempo. La democrazia dal basso è stato il primo tabù a cadere: il M5S nel 2013 era arrivato in Parlamento con la novità delle dirette in streaming. Resterà negli annali della politica italiana, l'umiliazione in diretta subita da Bersani durante il confronto con i due capigruppo grillini, Roberta Lombardi e Vito Crimi. Ora gli incontri del direttorio si fanno a porte chiuse, negli alberghi o in agriturismi. Le decisioni che dettano la linea al Movimento non si assumono certo sul web ma nelle stanze segrete.

Quando Grillo ha «imposto» alla Raggi gli assessori in giunta, delle telecamerine della Casaleggio Associati nessuna traccia. Democrazia e trasparenza sono due parole abrogate dal linguaggio dei cinquestelle. Ma la mossa che ha sdoganato il M5S è stato il codice etico: un elenco di articoletti scritto dal comico genovese per «salvare» la Raggi un attimo prima che Procura di Roma la indagasse per abuso di ufficio e falso.

Nel furore giustizialista del M5S bastava un avviso di garanzia per essere crocifissi: oggi la Raggi può permettersi di essere, a sua insaputa, beneficiaria di polizze e continuare ad amministrare Roma. E il M5S può permettersi di essere una forza antisistema ma perfettamente integrata nel sistema.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica