Dai vichinghi ai vessilli siciliani: il raduno padano ora è italiano

La metamorfosi nazionale ha cambiato anche i simboli

Dai vichinghi ai vessilli siciliani: il raduno padano ora è italiano

Roma - Nella Lega di governo e di lotta tutto cambia ma non in maniera gattopardesca. A parte la passione per la lirica, e segnatamente per il Va' pensiero, il raduno di Pontida nell'era di Salvini vicepremier è più che modificato. Insomma l'operazione nostalgia sul pratone di Pontida non funziona. L'orgoglio è tutto nei numeri elettorali e non, come un tempo, nel possedere una quota d'acquisto del terreno di Pontida (con tanto di Alberto da Giussano nella filigrana). Le parole premier e Salvini hanno sostituito altri simboli e altri nomi. Anche il sole delle Alpi è solo un ricordo. D'altronde stava bene sul fondo verde (colore storico della Lega) soppiantato dal blu fiordaliso dei cartelloni salviniani. Anche Alberto da Giussano non c'è più. Almeno la statua sull'angolo del palco. A scomparire insomma è il folklore di tutto ciò che ricordava vagamente una Padania del cuore piuttosto che della Storia. Sparite le parrucche vichinghe, come anche gli scudi crociati (quelli della Lega lombarda che a Legnano fermò il Barbarossa). I tempi sono cambiati. Un tempo il palco era di un verde vistoso dove campeggiava su fondo bianco proprio il sole delle Alpi e una scritta oggi inimmaginabile: «prima il nord».

Ed è la prima volta che al raduno di Pontida sono mancati tutti gli ex segretari (anche Maroni ha infatti dato forfait). Accanto alle bandiere della Lega di Alberto da Giussano (predominanti nei primi anni Novanta) ieri ne sventolavano tante, e le più diverse. C'erano anche i vessilli siciliani con la triscele su campo rosso-giallo e tante, tantissime, bandiere sarde. Con tanto di stand e gazebo di promozione regionale dalla Sardegna al Veneto, passando per Puglia e Basilicata. La Lega (già Nord) salviniana vola nei sondaggi e si capisce bene che non è più un fenomeno regionale o geografico. Abbraccia tutto il Paese. Ecco perché era necessario, per la dirigenza del movimento nato autonomista ma ora saldamente sovranista, marcare le differenze col passato. Già da tempo è stata archiviato il concorso di Miss Padania (l'ultima edizione è del 2012). E due anni fa è stato proprio il nuovo segretario Matteo Salvini a chiudere definitivamente la cerimonia dell'ampolla (la tradizionale raccolta dell'acqua del Po al Monviso da gettare in mare davanti a Venezia).

Fu abrogata proprio alla vigilia dell'edizione del ventennale, quando i sondaggi sulla Lega post-bossiana erano impietosi. D'altronde vent'anni fa uno slogan come «prima gli italiani» (tra i più sfruttati ieri) non sarebbe stato ben visto da militanti e quadri del partito. Ma le cose cambiano e non in modo gattopardesco.

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