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D'Alema: "Pd in mano agli arroganti. Così distruggono il centrosinistra"

L'ex segretario accusa i vertici di "arroganza" e mette in guardia: fughe a sinistra. Orfini: "Qualcosa non torna". Cuperlo: "Riflettiamo"

D'Alema: "Pd in mano agli arroganti. Così distruggono il centrosinistra"

Dice di non volere Matteo Renzi sconfitto, ma non ha remore nel dire che nel Partito democratico molte cose devono cambiare. In un'intervista al Corriere della Sera, Massimo D'Alema dice la sua sulla via che il centrosinistra ha imboccato, parlando di un gruppo dirigente "arrogante e autoreferenziale".

La critica parte dalle primarie, in primis quelle di Napoli, probabilmente viziate da una serie di pratiche scorrette. "Così hanno perso ogni credibilità - dice l'ex premier -. Sono manipolate da gruppetti di potere. Sono diventate un gioco per falsificare e gonfiare dati". E se gli si chiede se vede un futuro unitario per il partito, la risposta non è conciliante.

"Sta crescendo un enorme malessere alla sinistra del Pd che si traduce in astensionismo, disaffezione, nuove liste, nuovi gruppi". E ancora: "Molti elettori ci stanno abbandonando. Compresi quelli che ci avevano votato alle Europee, nella speranza che Renzi avrebbe rinnovato la vecchia politica".

Per D'Alema il Pd sta lasciando la strada tracciata dall'Ulivo, tagliando "una parte fondamentale delle radici" del partito. E accusa: "Loro non vogliono tenere insieme il centrosinistra. Vogliono sbarazzarsene. Mi fanno ridere quelli che lanciano l’allarme sul partito della Nazione; il partito della Nazione è già fatto, è già accaduto".

Sono parole che non passano inosservate quelle di D'Alema, a cui rispondono in molti dal Partito Democratico, dal segretario toscano Dario Parrini, che parla di uno "sconcertante boicottaggio", al presidente Matteo Orfini, che su twitter commenta di non riconoscersi nelle accuse di "arroganza" esternate e assicura che se ne parlerà "in direzione il 21 marzo".

Il partito è agitato ed è anche il senatore Andrea Marcucci a parlare, dicendo che "il mondo e l'Italia vanno avanti anche senza D'Alema".

Meno tranchant il giudizio di Gianni Cuperlo, che se pure fa presente che ci sono "giudizi non condivisi" nell'intervista al Corriere, tuttavia chiede al partito di interrogarsi "a fondo suille ragioni che spingono una personalità di spicco della sinistra italiana a un'accusa così severa".

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