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Dall'Austria avanti tutta sul doppio passaporto

Dall'Austria avanti tutta sul doppio passaporto

Vienna tira dritto nonostante il gelo del governo italiano sull'iniziativa austriaca di estendere la cittadinanza, e quindi il doppio passaporto, ai cittadini di lingua tedesca e ladina dell'Alto Adige. Ieri, infatti, si è svolto il famigerato incontro al ministero degli Esteri austriaco, convocato dai numeri uno degli Esteri e dell'Interno, Karen Kneissl e Herbert Kickl, a cui erano invitati i rappresentanti politici della provincia autonoma di Bolzano. Molti hanno disertato l'appuntamento: l'ambasciatore italiano a Vienna Sergio Barbanti, poi tutti i partiti italiani eccetto Fdi e Verdi, che si sono presentati «in segno di protesta». «Ho deciso di partecipare all'incontro ha detto Alessandro Urzì, consigliere provinciale di Fratelli d'Italia per ricordare gli obblighi dell'Austria al rispetto degli accordi che hanno portato all'autonomia e che questa iniziativa unilaterale mette gravemente in discussione».

Esiste infatti l'accordo De Gasperi-Gruber, poi culimnato nel 1992 con la quietanza liberatoria di Vienna, riconoscendo che l'Italia ha fatto tutto il necessario per garantire libertà e rappresentanza alle minoranze. «Estendere la cittadinanza austriaca a una popolazione compatta residente in una provincia dotata di autonomia quasi integrale ha affermato Urzì equivale a dichiarare una sorta di annessione, un atto di inaudita gravità». «Sarebbe un ulteriore motivo di divisione etnica», ha spiegato dal canto suo il consigliere grillino Paul Kollensperger. Anche il Pd, tradizionale alleato della Südtiroler Volkspartei, ha preso le distanze. «È un tema scivoloso e pericoloso aveva dichiarato prima dell'incontro Christian Tommasini, vicepresidente Pd della provincia di Bolzano -. La Svp ha una posizione prudente, ma non mi stupirei se l'ala più intransigente del partito scaldasse i toni». Eppure il primo partito tedesco dell'Alto Adige sembra aver rotto gli indugi. «Sì alla doppia cittadinanza ha detto il segretario della Svp Philipp Achammer, a Vienna per l'incontro con i ministri austriaci ma solo con un chiaro orientamento europeo». D'altronde, in autunno, l'Alto Adige tornerà alle urne e non meraviglierebbe se la Svp strizzasse l'occhio alla destra tedesca per conquistare la maggioranza assoluta.

Roma nel frattempo segue con attenzione la delicata vicenda, soprattutto dopo le dure dichiarazioni del ministro Angelino Alfano, che aveva messo in guardia Vienna dall'intraprendere iniziative unilaterali.

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