Dalle liste locali alla scena nazionale. Il progetto islamico è il movimento unico

Il manifesto dei musulmani e quel milione di voti in ballo

Dalle liste locali alla scena nazionale. Il progetto islamico è il movimento unico
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I musulmani italiani si stanno organizzando per dar vita a un partito confessionale islamico a livello nazionale con l'aiuto della sinistra radicale, non solo una lista alle elezioni amministrative di Roma nel 2027 con il movimento "Musulmani per Roma" ma un progetto di più ampio respiro. Dietro all'iniziativa c'è una vecchia conoscenza della politica romana con una (fallimentare) carriera alle spalle, si tratta di Francesco "Abd al-Haqq" Tieri (foto), ex segretario delle Comunità islamiche del Lazio convertito all'islam che nel 2021 si era candidato alle primarie del centrosinistra come presidente del V municipio. Tieri, che collabora alla rivista "La Luce" diretta da Davide Piccardo già finito al centro di numerose polemiche, ha pubblicato lo scorso anno un libro di 64 pagine intitolato "Guerra alle moschee in assenza di terrorismo. I casi: Monfalcone, Pioltello e Legge Foti" con in copertina l'immagine di un minareto e del vice segretario della Lega Silvia Sardone. Tre anni fa su "La Luce" ha invece scritto un articolo intitolato "Dal pensiero politico islamico alla necessità di agire: serve un partito dei musulmani italiani?", che è un vero e proprio manifesto con i riferimenti ideologici e le linee guida da seguire per la nascita del partito islamico italiano.

Nell'articolo si parla dei Fratelli Musulmani e della Resistenza Palestinese che contempla "l'uso della violenza per legittima difesa". In particolare "il musulmano occidentale dovrebbe essere consapevole che la civiltà islamica che ha illuminato per secoli il mondo con la sua produzione culturale è da tempo scomparsa a differenza della religione islamica che è invece in espansione". Da qui l'invito a dar vita a un partito in grado di "formalizzare una visione del mondo alternativa" basato sulla "difesa del Corano" contrastando ciò che non è un "comportamento conforme alla religione islamica" come l'alcool. La consapevolezza è che "l'elettorato musulmano si attesta oltre il milione di voti potenziali", da qui l'invito a "uscire dai social network e dai talk show per dotarsi di una forma associativa e di un'organizzazione". Tieri conclude scrivendo che "alla luce dello scenario politico dato la costituzione di questo soggetto politico ci sembra non ulteriormente rimandabile oltre che necessaria alla società". Ciò che fino a tre anni fa era solo un auspicio, oggi inizia a prendere forma con liste civiche sui territori che potrebbero confluire in un unico soggetto nazionale con una saldatura tra vari mondi tra cui l'associazionismo pro Pal con figure come Mohammad Hannoun o il coinvolgimento del parlamentare Soumahoro. Un'operazione politica guardata con interesse dalla sinistra radicale che da sempre cerca di intercettare il voto degli immigrati senza rendersi conto che un partito islamico potrebbe essere il cavallo di Troia per entrare nelle istituzioni italiane. D'altro canto basta guardare alla Francia e al caso di La France insoumise di Mélenchon e ai legami con l'islamo-gauchisme.

Intanto fa discutere a Livorno la notizia secondo cui l'ex Chiesa degli Olandesi, unico esempio significativo di neogotico in Toscana, potrebbe essere ceduta alla Comunità islamica diventando una moschea con la complicità del Comune, l'ennesimo cedimento culturale da fermare.

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