Magistratura

Dalle toghe troppe sentenze fuori luogo

Con tutta onestà, non se ne sentiva il bisogno. E invece, ecco che l'Associazione nazionale magistrati sale in cattedra per puntualizzare l'ovvio

Dalle toghe troppe sentenze fuori luogo

Con tutta onestà, non se ne sentiva il bisogno. E invece, ecco che l'Associazione nazionale magistrati sale in cattedra per puntualizzare l'ovvio: «Nessuna norma potrebbe mai imporre ad alcuno il dovere di non fuggire da Paesi dove la guerra e la miseria impediscono l'accesso a condizioni di vita dignitose». C'era stata, dopo la terribile tragedia di Crotone, la frase infelice del ministro Piantedosi, quel «rimanete a casa vostra» per non mettere in pericolo le vite di mogli e figli, che aveva scosso l'opinione pubblica; forse è a lui che le toghe vogliono impartire una lezione. O, chissà, gioca anche il versante emotivo: «Sono ancora sotto i nostri occhi - si legge nel documento - le bare delle persone che hanno perso la vita nel naufragio del 26 febbraio» e il direttivo dell'Anm esprime il proprio cordoglio, in sintonia con il presidente della Repubblica. Ma poi si ritorna fra le onde dell'attualità e l'Anm, fra una citazione della Costituzione e una della Convenzione di Ginevra, ci ricorda un'altra verità su cui siamo tutti d'accordo: «Tutti, a cominciare dagli organi statali, hanno il dovere di adempiere agli obblighi di salvataggio in mare». Di nuovo, viene il sospetto che l'Anm coltivi il sospetto: il governo Meloni non ce la racconta giusta. E dunque manda un segnale all'esecutivo. O forse no, è solo una dissertazione umanitaria di carattere generale di cui però, ancora una volta, non si capisce la necessità. La magistratura ha un ruolo delicatissimo e decisivo per la tenuta del Paese e sfugge la ragione di queste precisazioni, sia pure rivestite da dotti principi giuridici. Il dibattito, come si sa, è già rovente ma il sindacato delle toghe non ha alcun imbarazzo nell'alzare la propria voce. L'obbligo del soccorso - prosegue la nota - «è inderogabile e tutti ne debbono beneficiare, a prescindere dalla concreta possibilità dei singoli di restare in seguito sul territorio italiano legittimamente». D'accordo, ma dai pm e dai giudici ci aspettiamo altro: non lezioni o allusioni, ma indagini e poi, più rapidamente possibile, sentenze. Inchieste, aggiungiamo, su ipotesi di reato e non su fenomeni generali. Ma, come si è visto a Bergamo a proposito della mancata istituzione della zona rossa, affiora anche questa tentazione. Raccontare tutta la storia dell'incipit della pandemia, prima ancora di capire se Conte, Speranza e Fontana siano colpevoli o innocenti. Va bene abbracciare i superstiti. Il resto dovrebbe essere estraneo alla cultura della giurisdizione.

Ma in Italia i confini sono stati superati e le cose vanno così da troppo tempo.

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