Roma - Sono molte le spine d'agosto per il Nuovo centrodestra. Nodi politici aggrovigliati e in sequenza che non sarà facile sciogliere da qui alla ripresa dell'attività politica settembrina. La prima grande questione è quella politica, con malumori sempre più evidenti in merito alle voci di un rafforzamento (e di un allargamento) del Patto del Nazareno tra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Così in una domenica d'agosto sonnacchiosa, esponenti di primo piano del partito di Angelino Alfano indossano i panni delle sentinelle incaricate di lanciare il «chi va là». È Renato Schifani a rivendicare un diritto di precedenza per Ncd, perché «non bisogna alterare gli equilibri di governo e dimenticare che in quel novembre noi ci avevamo visto giusto». Usa toni più duri Fabrizio Cicchitto che paventa le elezioni anticipate (opzione non esattamente al centro delle reali intenzioni di Ncd). «Attenzione all'eterogenesi dei fini. Dice Repubblica che l'obiettivo di Forza Italia sarebbe ancora una volta quello di attrarre un numero tale di senatori Ncd da costringere Renzi a fare un governo alle dipendenze di Berlusconi. La voce ci sembra una colossale balla volta ad allietare il Ferragosto. Comunque, qualora questa operazione si realizzasse, porterebbe dritto dritto ad elezioni anticipate perché né il Pd né Forza Italia reggerebbero l'ipotesi di un governo insieme».
Nei «quaderni delle lamentele», o perlomeno delle fibrillazioni interne alla maggioranza, uno spazio lo merita senz'altro la questione dell'abolizione dell'articolo 18, tema lanciato da Ncd per acquisire centralità e visibilità rispetto all'«esclusiva» renziana sul programma economico. Maurizio Sacconi prova a rilanciare. «L'economia italiana è talmente intrappolata nella recessione da sollecitare atti coraggiosi di liberazione dai vincoli che la rattrappiscono. Tra questi il più emblematico rimane l'articolo 18 che inibisce la propensione ad assumere». Lo stop che arriva dal Pd, tanto da Marianna Madia quanto da Pierpaolo Baretta, è quantomai secco: «Non è una priorità».
Dalla politica, passando per l'economia, si approda alle questioni etiche. Su un tema delicato e difficile come la fecondazione eterologa, il governo mostra le sue incertezze. E a farne le spese è il decreto Lorenzin, stoppato in Consiglio dei ministri, con la questione demandata alla responsabilità del Parlamento. Un groviglio in cui si inserisce il presidente della Consulta Giuseppe Tesauro per il quale non esiste alcun vuoto normativo che impedisca agli operatori di procedere liberamente con l'eterologa. Sul fronte della gestione dei flussi migratori sempre più nel mirino è l'operazione «Mare Nostrum» che non ha prodotto alcun effetto deterrente e non è riuscita minimamente a scalfire gli affari dei trafficanti di esseri umani. Nei primi sei mesi del 2014, i mercanti di disperati hanno scaricato sulle coste italiane 72mila persone. E nelle ultime settimane gli arrivi potrebbero aver toccato quota 95mila. In tutto il 2011, quando fu registrato il picco di sbarchi per l'emergenza in Nordafrica, furono 63mila. Infine ci sono i malumori locali con cui fare i conti, in particolare quelli concentrati in una regione fondamentale per Ncd come la Calabria. Qui il partito ha commissariato le cinque province calabresi. Le scelte dovrebbero essere ufficializzate entro un paio di giorni, ma si va verso soluzioni di compromesso che tengano conto delle due anime locali: quella legata a Tonino Gentile e quella a Giuseppe Scopelliti.
I rapporti tra i due restano conflittuali, ma Alfano alla vigilia delle Regionali e delle comunali di Reggio non può permettersi di voltare le spalle all'ex governatore calabrese. Perdere i suoi voti significherebbe mettere a rischio la stessa sopravvivenza politica locale di Ncd.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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