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Dava asilo ai migranti e intascava 16 milioni

Simone Strozzi è il direttore di una Onlus. "Indebita appropriazione di fondi pubblici"

Dava asilo ai migranti e intascava 16 milioni
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Nella foto del 2018 sorrideva insieme al sindaco Federico Pizzarotti che lo aveva appena insignito del premio Sant'Ilario, l'Ambrogino d'Oro in versione parmigiana. Ieri Simone Strozzi, 45 anni, è finito ai domiciliari con accuse pesantissime. Non solo per il codice penale, ma anche per quello morale. Peculato, malversazione ai danni dello Stato, turbativa d'asta, evasione fiscale, omesse dichiarazioni.

La sua è una parabola tutta calante, poco evangelica. Eppure aiutare il prossimo avrebbe dovuto essere alla base della sua Svoltare onlus che, tanto per cominciare, onlus non lo era mai diventata. Nessuno, però, aveva controllato che l'iscrizione al registro regionale delle associazioni di volontariato fosse davvero avvenuta: Strozzi, con una serie di semplici autocertificazioni, oggi tanto di moda, si procurava commesse e lavoro nel mondo del terzo settore, dell'assistenza ad emarginati e richiedenti asilo. La sua credibilità, tutta artefatta, lo aveva posto fra gli interlocutori privilegiati del Comune e della prefettura che secondo il Gip Mattia Fiorentini che ha chiuso 2 anni di indagini - gli avevano affidato, negli ultimi 5 anni, la gestione di progetti per un valore di 16 milioni, grazie a bandi che Strozzi vinceva, forte del suo curriculum, in apparenza esemplare.

«Spero che il Comune si costituisca parte civile, io avevo segnalato anomalie 2 anni fa», l'aspro commento dell'ex assessore alle Politiche per i disabili Giovanni Paolo Bernini. «Alle mie interrogazioni sull'impossibilità di vedere i bilanci di Svoltare, il Comune ha sempre risposto in modo elusivo», rincara la dose Laura Cavandoli, deputata parmigiana leghista che con Matteo Salvini chiosa: «Ecco perché non amavano né me né i miei decreti» mentre Forza Italia parla di «illeciti con il falso alibi dell'accoglienza». Famiglia umile, approccio pauperista, unica indulgenza ad un cursus quasi francescano, la passione del basket: Strozzi era divenuto anche il più giovane arbitro di serie A, ma nel 2003 il richiamo, la chiamata. La sua via non lo porta a Damasco, ma a bussare alla porta dei missionari Saveriani.

La casa madre di Parma lo disloca in Brianza, incarico che poi salta. Strozzi, allora, trascorre un anno di seminario ad Ancona, quindi rientra a Parma. Assunto dalla Caritas, se ne allontana dopo qualche anno. Nel 2015 la svolta o meglio la nascita di Svoltare, l'associazione che lui mette in piedi si legge nell'ordinanza - con un gruzzolo di 80mila euro che distoglie dai risparmi di una trentina di persone di cui era amministratore di sostegno, senza rendicontare un euro al giudice tutelare. La metamorfosi si compie anche in banca dove i conti dell'associazione si mischiano ai suoi personali: fra le uscite si cominciano a registrare voci poco compatibili con la filantropia. Si va da vini francesi, a viaggi all'estero, abbigliamento, tecnologia, trattamenti estetici, spese condominiali personali per un totale di 240mila euro.

Strozzi arriva a gestire un piccolo impero con oltre 500 persone in carico sul territorio, ma anche quasi più soci dipendenti che volontari.

Far del bene, innanzitutto a se stesso, per Strozzi è ormai un business, come ha ricordato ieri il procuratore Alfonso D'Avino: «Questa era una onlus commerciale», un paradosso in termini. Il provvedimento prevede il sequestro preventivo di beni mobili ed immobili, finalizzato alla confisca, fino alla concorrenza di 1,4 milioni, pari alle tasse evase in questi anni. Tutto a fin di bene.

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