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De Benedetti e la soffiata sulle Popolari: aperto un fascicolo sui magistrati

De Benedetti e la soffiata sulle Popolari: aperto un fascicolo sui magistrati

Roma - E adesso c'è anche un'inchiesta sui magistrati che hanno indagato sull'insolito caso dell'acquisto da parte di Carlo De Benedetti di azioni delle banche Popolari dopo aver saputo dall'allora premier Matteo Renzi dell'imminente decreto che le avrebbe riformate.

Nel mirino della Procura di Perugia, competente ad indagare sui reati eventualmente commessi dai colleghi di Roma, ci sono infatti i pm della capitale che hanno gestito il fascicolo sulla presunta «soffiata» all'ex presidente del gruppo Espresso. Come anticipato ieri da il Fatto Quotidiano, i magistrati umbri hanno aperto l'inchiesta in seguito all'esposto presentato dal presidente dell'Adusbef, Elio Lannutti, ora candidato con il M5S, che ha segnalato alcune anomalie nel modo in cui a Roma è stato trattato il caso Renzi-De Benedetti, sul quale tutt'ora pende una richiesta di archiviazione da mesi sul tavolo del gip Gaspare Sturzo, che a breve dovrà pronunciarsi sulla posizione di Gianluca Bolengo, il broker che il 16 gennaio del 2015 investì per conto di De Benedetti 5 milioni in azioni delle Popolari. È stato lui l'unico a finire indagato dopo essere stato intercettato mentre l'imprenditore gli chiedeva se le Popolari sarebbero salite. Una conversazione piuttosto eloquente, dalla quale emerge che lo storico editore di Repubblica volesse comprare azioni delle Popolari perché sarebbe stato Renzi in persona a dirgli che il decreto sarebbe passato. Questo però, nonostante l'acquisto ci fu e fruttò a De Benedetti circa 600mila euro, non sarebbe bastato alla Procura per provare l'insider trading. Di qui la richiesta di archiviazione.

Non è solo questo ad aver spinto l'Adusbef a rivolgersi ai magistrati di Perugia, ma anche il fatto che non appena i pm di Roma ricevettero dalla Consob l'informativa sulla vicenda si limitarono ad aprire un fascicolo modello 45, quello per le notizie che non costituiscono reato, una procedura vietata dal codice penale, ritiene Lannutti, già ascoltato dai magistrati di Perugia. Probabilmente sarà oggetto di valutazione anche la decisione di non iscrivere Renzi e De Benedetti nel registro degli indagati e di ascoltarli invece come persone informate sui fatti. «Notizie già note», si sono difesi entrambi.

E questo sarebbe bastato.

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