Gaia Cesare
Non lo esclude. Che in politichese vuol dire: ci sto pensando. Il sindaco di New York, Bill de Blasio, ha riferito durante un comizio a Sioux City, in Iowa, di non avere del tutto eliminato dalle sue prospettive quella di correre per Usa 2020 contro Donald Trump. Nel suo discorso il sindaco ha già puntato sulla working class, sostenendo che i lavoratori «risponderanno alla chiamata del Partito democratico» se sentiranno che «è deciso nel difendere i loro interessi». «Il partito deve tornare alle sue radici progressiste».
Cinquantassette anni, origini italiane (da parte dei nonni materni, tanto da parlare fluentemente la nostra lingua) de Blasio è approdato alla guida del Comune di New York nel 2014, dopo l'epoca Bloomberg, rieletto nel 2017 su una piattaforma che ha fatto leva sull'aumento delle tasse ai ricchi per finanziare i servizi indispensabili, dagli asili nido alla metropolitana. È diventato uno dei più feroci critici del presidente Trump, che lo ha accusato di avergli rubato lo slogan della campagna elettorale - «Promesse fatte, promesse mantenute» - definendolo proprio «il sindaco che tassa molto». Ma lo scontro più forte fra i due riguarda il tema caldo della prossima campagna elettorale, l'immigrazione. Appena un mese fa de Blasio ha definito «razziste» le politiche della Casa Bianca, dopo essere a sua volta finito nel mirino del presidente, che già nel 2016 ha minacciato pesanti tagli alle «città santuario» come New York, dedite a programmi di assistenza per immigrati e rifugiati.
La candidatura di de Blasio è nell'aria da tempo ma non è considerata fra le più quotate, meno probabile di quella del suo predecessore Michael Bloomberg. Arriverebbe in una corsa che si sta facendo di giorni in giorno sempre più affollata in casa democratica, dove sono finora 12 le candidature ufficiali, con sei donne in lizza e il «socialista» Bernie Sanders l'ultimo a rompere gli indugi. Anche de Blasio ha un passato da «socialista» in gioventù.
Il sindaco di origini italiane ha già un paio di punti deboli che potrebbero rendere la sua candidatura - se venisse ufficializzata - non necessariamente il genere di corsa in grado di regalare qualche chance in più ai democratici. La tassazione dei ricchi è affare che fa storcere il naso anche ad alcuni dem, oltre alla convinzione di tanti concittadini che il sindaco pensi troppo alla politica nazionale e non abbia buone relazioni con i media.
L'ultimo colpo: essersi lasciato sfuggire, anche grazie all'opposizione della nuova stella «socialista» Alexandria Ocasio Cortez, l'occasione di ospitare la nuova sede Amazon a New York. Un sondaggio della Quinnipiac University, dice che solo il 5% dei newyorchesi crede de Blasio possa essere un ottimo presidente, contro il 28% in favore di Bloomberg, il 17% per Andrew Cuomo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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