De Luca non firma l'intesa col governo: "Conte non scarichi le decisioni sulle Regioni"

Il governatore della Campania attacca l'esecutivo giallorosso: "Dal 3 giugno liberi tutti? Non ha senso, in Italia abbiamo ancora curve epidemiologiche alte"

De Luca non firma l'intesa col governo: "Conte non scarichi le decisioni sulle Regioni"

Tra governo e Regioni sembrava tutto fatto, ma evidentemente non tutte le cose sono andate per il meglio. Il braccio di ferro tra le due parti è stato molto animato, caratterizzato da tensioni e un acceso confronto: alla fine i governatori hanno avuto la meglio, visto che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha deciso di allegare al decreto le linee guida da loro elaborate. Tuttavia ad alzare la voce recentemente è stato Vincenzo De Luca, che ha annunciato di non aver firmato l'intesa in merito alla riapertura graduale dopo il lockdown. "Voglio correggere un'informazione che è girata in queste ore sugli organi d'informazione sull'accordo raggiunto tra Regioni e Stato: la Campania non è d'accordo, non ha firmato nessun accordo", ha affermato.

Il presidente, intervenuto di ai microfoni di In mezz'ora su Rai3, si è schierato totalmente contro il liberi tutti che di fatto verrà concesso a partire dal 3 giugno: "Io non so che cosa succederà il 3 giugno. Che significa il liberi tutti se abbiamo ancora curve epidemiologiche alte in alcune parti dell'Italia? Se il contagio viene contenuto allora va bene". E non ha usato giri di parole per criticare il concetto su cui si è basato il premier nel prendere le decisioni annunciate nella conferenza stampa di ieri, sabato 16 maggio: "La Campania non è d'accordo, perchè ritengo che sulle norme fondamentali debba pronunciarsi il Ministero della Salute, non è accettabile che il governo scarichi sulle Regioni le decisioni". Pertanto prenderà una decisione finale il 2 giugno, "per sapere qual è la situazione epidemiologica".

Bar e ristoranti chiusi

De Luca ha inoltre annunciato che nella giornata di domani bar, pub e ristoranti resteranno chiusi "per serietà": il governatore della Campania ha fatto sapere che preferisce prima avviare un'interlocuzione con le categorie economiche per preparare la sanificazione, per consentire di avere pannelli di divisione e per agevolare le varie riaperture. "C'è un clima di confusione in Italia, basti pensare che siamo a domenica pomeriggio e dovremmo riaprire lunedì mattina, così hanno comunicato all'Italia", ha aggiunto. Successivamente ha parlato del piano economico-sociale approvato dalla Regione che vale un miliardo: "Abbiamo deciso di dare a 104mila imprese 2mila euro, mille euro agli autonomi e professionisti, 2mila a tassisti, ad autisti, e abbiamo deciso di fare un'operazione aumentando le pensioni a mille euro per maggio, e giugno per la povera gente che prende 450 euro".

Infine ha speso parole al miele per le modalità mediante cui la Campania ha gestito l'emergenza Coronavirus: "Nessuno in Italia si sarebbe aspettato che la Campania reggesse come ha retto l'onda d'urto dell'epidemia". Fondamentali sono state non solo le assunzioni di 800 infermieri 2 mesi prima dell'inizio dello tsunami Covid-19, ma anche le decisioni prese in anticipo rispetto al governo: "Se perdiamo il controllo del contagio in Campania viene un'ecatombe, questo è il motivo per cui abbiamo fatto quello che abbiamo fatto".

Per il momento la Regione di De Luca risulta essere quella con il tasso più basso di decessi per Coronavirus in relazione alla popolazione, con il tasso più basso di positivi in relazione alla popolazione e con un tasso molto basso di morti per la percentuale di persone contagiate: "Credo che siano risultati importanti che vanno a merito delle migliaia di persone del sistema sanitario e dei nostri concittadini".

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