Coronavirus

De Luca: sì al lockdown. Scoppiano incidenti davanti alla Regione

Manifestazioni violano il coprifuoco: scontri con la polizia. I governatori "Ci blindiamo".

De Luca: sì al lockdown. Scoppiano incidenti davanti alla Regione

Chiusa la conferenza Stato-Regioni ed ecco Vincenzo De Luca. Il governatore della Campania fa saltare il banco della mediazione sulle «ordinanze omogenee» e annuncia una nuova chiusura totale. Solito sfondo blu, diretta Facebook. «I dati attuali sul contagio rendono inefficace ogni tipo di provvedimento parziale, è necessario chiudere tutto, fatte salve le categorie che producono e movimentano beni essenziali». In poche parole, un lockdown molto simile a quello di marzo-aprile. Una mossa radicale, in solitaria che scatena le ire dei napoletani, ieri sera in manifestazione davanti alla sede della Regione, con tanto di lancio di bottiglie e scontri con le forze dell'ordine. Aggredita una troupe di Sky Tg24
Le altre regioni si preparano a ordinanze più restrittive, ma nessuno fino a questo momento aveva osato agitare il fantasma del «tutti a casa». De Luca mostra la tac di un giovane di 37 anni finito in rianimazione, «siamo a un passo dalla tragedia. Detto in maniera brutalmente chiara, io non voglio ritrovarmi di fronte qui da noi ai camion militari che portano centinaia di bare di persone decedute». Sconfina, chiedendo a Conte un lockdown nazionale. E assicura che la Campania procederà a una chiusura di tutto «a brevissimo». Serrata per 30-40 giorni, l'ipotesi. Nella regione guidata da De Luca è già in vigore il divieto di spostamento dalla provincia di residenza verso le altre province, da ieri sera è partito il coprifuoco alle 23, una misura considerata già superata dal governatore. L'ordinanza del lockdown totale in Campania è prevista tra oggi e domani. Ma non è escluso che venga impugnata.
E se molte regioni, tra cui l'Emilia Romagna e il Veneto, si sono opposte alla chiusura dei confini regionali, la Sardegna invece sceglie di blindarsi. In Sardegna stop agli ingressi da fuori regione per 15 giorni. Con conseguente chiusura di porti e aeroporti. L'obiettivo del presidente Christian Solinas è quello di migliorare il tracciamento dei casi locali, evitando l'importazione di positivi da fuori. Il governatore siciliano Nello Musumeci opta per la didattica a distanza nei licei e nelle università, riduce la capienza dei mezzi del trasporto pubblico al 50%, dispone la chiusura dei locali alle 23. In Calabria firmato il provvedimento che impone la sospensione per le attività scolastiche di scuole medie e superiori e il coprifuoco dalla mezzanotte alle cinque in tutta la regione. In serata il Piemonte, dopo un confronto con il ministero della Salute, ha ufficializzato il coprifuoco dalle 23 fino alle 5 del mattino da lunedì. La stessa misura non è esclusa nemmeno dal governatore dell'Abruzzo Marco Marsilio. A queste regioni si aggiunge la Lombardia, dove il coprifuoco alle 23 è partito da giovedì. Mentre in Puglia, per il momento, la stretta è limitata al ricorso alla didattica a distanza per l'ultimo triennio delle scuole superiori. Da Nord a Sud comunque è in arrivo una valanga di ordinanze regionali, concertate con Speranza. E anche i comuni si stanno muovendo. Transennate alcune zone del centro storico a Roma, a Palermo vietati gli assembramenti a partire dalle 21 nelle strade della movida. Chiuse al pubblico piazze e scalinate del centro dalle 21 a Perugia.
Tutto però potrebbe essere superato da un nuovo dpcm allo studio del governo, che potrebbe essere firmato già domenica. Dalla maggioranza si parla di «misure pesanti», per costringere gli italiani a uscire di casa solo per necessità, ovvero salute, lavoro e scuola, anche se in molte regioni di fatto la maggior parte delle scuole rimarranno chiuse. L'orientamento prevalente, al momento, prevede un coprifuoco nazionale a partire dalle ore 21, fino alle 5 del mattino. Con la chiusura di piscine, palestre, ristoranti, bar e negozi non alimentari durante i fine settimana. Ipotesi avversata da Italia Viva. Il ministro dell'Agricoltura Teresa Bellanova all'Huffington Post dice: «L'Italia non può permettersi un coprifuoco».

Ma tutto potrebbe cambiare al ritmo dei nuovi dei contagi dei prossimi giorni.

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