De Magistris pignorato per 82 milioni di debito: "Sono lavori mai pagati"

La sentenza della Corte d'Appello. Il Comune ricorre: "Colpe del passato"

De Magistris pignorato per 82 milioni di debito: "Sono lavori mai pagati"

Una voce, un sospetto, un giallo, e infine un'ammissione: sì, il Comune di Napoli ha un gigantesco pignoramento in corso. È stato notificato il 27 luglio e si tratta di circa 82 milioni di euro - pari al debito non saldato nei confronti di un consorzio di costruzioni per dei lavori che risalgono a oltre trent'anni fa - che ora pendono come una spada di Damocle sulla disponibilità di cassa e sulla capacità di garantire i servizi alla città. Almeno fino a quando la Corte d'Appello si esprimerà sulla richiesta di sospensiva dell'esecutività del provvedimento presentata dal Comune.

La patata bollente contro il sindaco Luigi de Magistris piomba sulle sonnacchiose sedute consiliari estive dalle mani di Valeria Valente, la sconfitta del Pd alle ultime amministrative e capogruppo in assemblea. Che prima chiede alla giunta di dare conto della fondatezza della notizia di un «sequestro preventivo di 98 milioni di euro, corrispondente alla giacenza di cassa dell'ente», per dei lavori mai pagati al Consorzio Ricostruzioni Otto, titolare di una concessione nell'ambito della ricostruzione post terremoto del 1981. Poi accusa la squadra del sindaco di aver celato il caso durante l'ultima seduta per l'approvazione del bilancio preventivo. Un silenzio che «sarebbe di una gravità inaudita e getterebbe l'ennesima inquietante ombra sulla trasparenza nella gestione finanziaria da parte dell'amministrazione comunale», avverte Valente. Poche ore dopo, di fronte alla replica dell'amministrazione si dovrà ricredere. Ma solo sulla cifra oggetto del sequestro, leggermente inferiore. Per il resto è tutto vero, ammette il Comune con una nota, «effettivamente il Consorzio è titolare di un credito pari a 82 milioni di euro». Il pignoramento «scaturisce da una sentenza della Corte d'Appello di Napoli, che ha confermato un lodo arbitrale del 2003, relativo a una concessione di lavori di ricostruzione affidata il 31 luglio 1981 e, con successivi atti aggiuntivi, dall'ex commissario straordinario di governo». Una mina che spunta dal passato a minacciare la paralisi della macchina amministrativa, ma che de Magistris è convinto di disinnescare in Cassazione, visto che gli addebiti contestati «concernono nella massima parte il periodo in cui il concedente era l'amministrazione statale».

Intanto per scongiurare il peggio il Comune ha presentato istanza di sospensione dell'esecutività del provvedimento alla Corte d'Appello. L'udienza è fissata per il 17 agosto ma l'ente fa sapere di avere richiesto un rinvio «d'intesa con la controparte, visto che il Consorzio ha promosso una rinuncia al pignoramento condizionandolo a tale differimento».

Dell'ultimo macigno sui conti della città partenopea è informato il premier Renzi, con cui, chiarisce il Comune, sono in corso contatti «per avviare il percorso transattivo più volte sollecitato e liberare l'ente da un debito gravoso per il quale ha solo una minima responsabilità».

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