Roma. A gennaio debito pubblico in aumento di 32,7 miliardi, a 2.250,4 miliardi. Loha comunicato la Banca d'Italia nel fascicolo Finanza pubblica, fabbisogno e debito spiegando che la ripartizione per sottosettori evidenzia che il debito delle amministrazioni centrali è aumentato di 33,2 miliardi a gennaio, quello degli enti di previdenza di 0,1 miliardi, mentre il debito delle amministrazioni locali è diminuito di 0,6 miliardi.
L'Istat ha poi comunicato il dato definitivo dell'inflazione di febbraio che ha evidenziato una crescita annua dell'1,6%, il livello più alto dal 2013. Come a gennaio, la ripresa dei prezzi al consumo è dovuta soprattutto all''impennata del costo di frutta e verdura a causa del maltempo, con i vegetali freschi che segnano un record storico (+37,2%). Contribuiscono poi i rincari dei carburanti e degli altri beni energetici e quelli dei trasporti. Di più difficile interpretazione il dato delle vendite al dettaglio, che a gennaio hanno segnato un aumento dell'1,4% in valore e dell'1,1% in volume su base mensile. Il confronto con gennaio 2016 resta negativo con un calo dello 0,1% in valore e dell'1% in volume. Da segnalare il +3,5% segnato dalle vendite degli hard discount.
Non a caso il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, ieri ha ribadito che in Italia si è verificata «una crisi economica senza precedenti molto più grave di quella degli anni Trenta».
Visco, intervenendo a una tavola rotonda organizzata dalla Scuola Superiore della Magistratura, ha rimarcato come settori economici e sistema bancario abbiano sofferto in egual misura. «C'è chi dice che è colpa delle banche, ma il fatto che l'economia vada così male ha avuto effetti catastrofici sulle banche italiane. Poi ci può essere un po' di circolo vizioso», ha concluso.