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La debolezza del Conte sotto tiro

Il virus sfiora il governo già fragile. Il pressing di Ue e Colle

La debolezza del Conte sotto tiro

Roma - Nella cabina di regia di Palazzo Chigi, tra un decreto da preparare, soldi da trovare e scienziati da consultare, il grafico della crisi non promette bene. L'epidemia infatti non dà segni di rallentamento, si viaggia verso i seimila casi, e adesso il Coronavirus attacca pure il quartiere generale. Positivo al Covid-19 Nicola Zingaretti, il segretario del Pd, il partito che nelle ultime ore sembrava aver preso in mano la situazione e imposto a Conte alcune scelte, come la chiusura della scuole. Barricato in ufficio Stefano Patuanelli, responsabile dello Sviluppo economico, da giorni in auto isolamento. Sotto osservazione altri leader e ministri a rischio contagio. E debole, dal punto di vista politico, appare anche il premier: pressato dagli alleati, commissariato dall'Europa, controllato a vista dal Quirinale.

Certo, nemmeno prima dell'emergenza medica Giuseppe Conte sembrava solidissimo, alla guida di un esecutivo bloccato da veti incrociati e sottoposto a continui stress test da parte di Matteo Renzi. Ora la pax sanitaria imposta da Mattarella gli ha regalato una parziale tranquillità interna e una specie di moratoria dalle opposizioni. In più, aver rinviato a data da destinarsi il referendum sulla legge che taglia il numero dei parlamentari, portandoli da quasi mille a seicento, ha stabilizzato il governo e allungato la vita della legislatura: tra consultazione popolare, voto per le Regionali (se non salteranno pure quelle), ridisegno dei collegi elettorali, leggi applicative, pausa estiva, sedute di bilancio per la Finanziaria, è improbabile che gli italiani possano essere chiamati alle urne prima dell'anno prossimo. E all'epoca saremo già in vista del semestre bianco, il periodo in cui il presidente della Repubblica in scadenza di mandato non può sciogliere le Camere.

In Italia, si sa, non c'è niente di più duraturo del precario, nulla di più definitivo del provvisorio, per cui la cronica, strutturale debolezza di Giuseppe Conte può trasformarsi in suo punto di forza. Ed è quello che sta succedendo: un governo che da quando è nato può solo rinviare, perché i partner della coalizione sono diversissimi e divisi su quasi tutto, si trova bene ora che occorre vivere alla giornata, decidendo giorno per giorno in base all'andamento del grafico e dei consigli degli esperti.

Ma non può durare a lungo. L'agenda 2023, il piano di rilancio su cui Conte aveva puntato per sostenersi, è stato accantonato. La verifica di governo non si farà più sulla prescrizione, le grandi opere o le crisi Alitalia e Ilva, bensì sulla capacità del presidente del Consiglio di gestire l'emergenza Coronavirus e pilotare il Paese in zona di sicurezza. E dopo l'epidemia, bisognerà fare qualcosa di concreto per turismo, industrie, economia in generale. Problemi giganteschi.

Ci riuscirà il Conte indebolito? Nonostante la copertura del Colle e il via libera europeo a sforare il deficit, la strada del premier e in salita e i partner, tra bond e parametri Ue, ancora spaccati.

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