Luigi GuelpaMikhail Vinogradov è lo psichiatra forense a cui è stato affidato il difficile compito di insinuarsi nella mente di Gulchehra Boboqulova e di comprendere i motivi che hanno spinto la 38enne babysitter originaria di Samarcanda, a decapitare nella culla la piccola Anastasia Meshcheryakov, 4 anni, per poi scendere in strada brandendo la testa della bambina e inneggiando ad Allah. Mosca, così come tutta la Russia, è sotto choc, persino la giornalista di Ren Tv nel dare la notizia è stata colta da un pianto dirotto. Il professor Vinogradov ha rivelato che dagli esami ematici risulta che l'infanticida avesse in corpo «un quantitativo molto elevato di alcool e un mix di antidepressivi e anfetamine. Questo però non può giustificare l'insano e brutale gesto. Siamo di fronte a un disturbo mentale che non si accende d'improvviso come un interruttore». La Boboqulova si trova in stato di fermo all'ospedale psichiatrico Serbsky, mentre i genitori Vladimir e Ekaterina, e il fratello maggiore di Anastasia, Kostantin, 15 anni, ricevono assistenza da un equipe di psicologi. Il racconto dei terribili attimi di ieri mattina è racchiuso nelle parole di Peter Fefelov, l'uomo che ha dato l'allarme. Fefelov aveva appena guadagnato l'uscita dalla stazione della metropolitana Oktyabrskoe Pole, quando si è imbattuto in qualcosa che non avrebbe mai voluto vedere. «Urlava, sembrava posseduta da un demone, minacciava di innescare una cintura esplosiva e di far saltare tutto in aria - racconta ma soprattutto teneva per i capelli la testa della bimba. Lavoro come guardia del corpo e mi occupo di sicurezza privata, ho visto nella mia carriera scene eccessive, ma mai nulla di simile. La donna diceva di aver agito su impulso di Allah». A Fefelov tremavano le mani, «ho digitato per tre volte di fila il numero della polizia prima di riuscire a comporlo correttamente». Dopo pochi minuti gli inquirenti sono intervenuti sul posto bloccando la donna, scoprendo che non aveva esplosivi e disponendo comunque a titolo precauzionale la chiusura della Linea 7 Tagansko-Krasnopresnenskaja della metro. Secondo il commissario per i diritti dei minori, Pavel Astakhov, non ci sarebbe alcun legame tra la donna, per altro madre di tre figli, e le cellule jihadiste. «L'assassinio della piccola Anastasia, che per altro era gravemente malata, è avvenuto in casa della famiglia Meshcheryakov, che poi è stata data alle fiamme». La Boboqulova, che era stata assunta da circa un anno dai Meshcheryakov, ha atteso che i coniugi e il figlio più grande lasciassero la casa di Milita street, prima di uccidere la piccola e incendiare l'abitazione. Il corpo senza testa della bambina è stato trovato dai vigili del fuoco dentro la culla. Chi conosce la donna la descrive come «professionista affidabile e con ottime referenze». Ultimamente però si lamentava del rapporto col marito ed era nervosa.
Alla stazione di Oktyabrskoe Pole, letteralmente «il campo d'ottobre», quello della celebre Rivoluzione, è un via vai di persone che depongono fiori e lumini in ricordo della vittima. Paradossalmente questo accade in una strada dove immagini e simboli fino a poco tempo fa rievocano attimi di storia, anche cruenta, ma non atrocità come questa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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