Decisiva nel determinare la riduzione delle pene la convinzione dei giudici: per tutti la marocchina era maggiorenne

Decisiva nel determinare la riduzione delle pene la convinzione dei giudici: per tutti la marocchina era maggiorenne

Milano No, non erano solo «cene eleganti»: anche per i giudici d'appello del processo Ruby 2, come per tutti i loro colleghi che si sono espressi nei processi precedenti, c'è la prova che nel corso delle serate a casa di Silvio Berlusconi si andasse aldilà della decenza, e vi si intrattenessero rapporti che rientrano nella categoria della prostituzione. Per questo vengono condannati anche in appello Emilio Fede, Nicole Minetti e Lele Mora. Ma nella sentenza emessa ieri trasuda un palpabile ridimensionamento della gravità di quanto accadeva ad Arcore. Lo si coglie a prima vista negli sconti di pena a tutti gli imputati; e ancora più nettamente nel passaggio in cui anche questi giudici (come già quelli che in luglio assolsero Berlusconi) smontano uno dei pilastri della teoria della Procura. Ad Arcore, dice la sentenza di ieri, nessuno sapeva che tra le ospiti c'era anche una minorenne. Kharima el Mahroug era per tutti - Berlusconi, ma anche Fede, Mora, e per tutta la variopinta compagnia che si ritrovava a Villa San Martino - una ragazzona di ventitrè o ventiquattro anni. Una tra le tante, partecipe come tante delle disinibite serate alla corte del premier.

Può sembrare un dettaglio ma non lo è. Non lo è, probabilmente, dal punto di vista della valutazione etica della faccenda. Sicuramente non lo è stato per la sorte di Silvio Berlusconi, che proprio per questo è stato assolto. E non lo è ieri per Emilio Fede, che grazie a questa convinzione dei giudici si vede ridotta la pena da sette anni a quattro anni e dieci mesi: una pena che comunque, se venisse confermata in Cassazione, metterebbe Fede a rischio di finire in carcere a espiare, anche se i suoi 83 anni potrebbero dargli la chance degli arresti domiciliari. In carcere non finirà certamente Nicole Minetti, che ieri dalla iperbolica condanna a cinque anni che le era stata rifilata in primo grado scende a tre anni, e potrà chiedere l'affidamento ai servizi sociali. E verosimilmente non ci finirà neppure Lele Mora, miracolato da un colpo di genio dei suoi avvocati ma anche dalla clemenza della corte, che aveva cercato di ingraziarsi con un mezzo pentimento: il suo ruolo nel caso Ruby viene considerato un tutt'uno con la bancarotta della sua agenzia, e la pena totale è un forfait di sei anni e un mese. Avendo già fatto parecchio carcere, anche Mora dovrebbe evitare il ritorno in cella.

È un finale di partita meno clamoroso di quello che ha visto Berlusconi assolto, ma che in qualche modo dà il senso di un approccio più pacato all'intera vicenda. Che emerge anche da un dettaglio, il restyling della posizione di due ragazze che si erano costituite parte civile, Ambra Danese e Chiara Battilana: che si vedono rifiutare il risarcimento immediato dei danni, e anzi la sentenza nega che siano mai state indotte a prostituirsi. Solo un tentativo malriuscito, e anche per questo la condanna a Fede viene ridotta.

Con questo, è tutto. Per la giustizia milanese, ad appena quattro anni dalla sua esplosione mediatica e politica, il caso Ruby è chiuso. L'ultima parola la dirà la Cassazione, sia per il processo di ieri che per quello parallelo a Berlusconi. A Milano rimane acceso solo un cerino, la cosiddetta indagine Ruby ter che vede molti testimoni della difesa accusati di avere mentito, e il Cavaliere di aver comprato da loro silenzi e bugie. Ma in questo clima più disteso, potrebbe essere una inchiesta destinata a fare poca strada.

Condannato in primo grado a 7 anni per favoreggiamento e induzione alla prostituzione per le ragazze maggiorenni si è visto ridurre in appello la pena a quattro anni e dieci mesi

Condannata in primo grado a 5 anni per favoreggiamento della prostituzione delle ragazze maggiorenni si è

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Condannato in primo grado a 7 anni per favoreggiamento e induzione alla prostituzione si è visto ridurre in appello la pena a sei anni e un mese di reclusione

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